Scoperte nuove tracce di antichi laghi marziani

Un tempo il Pianeta aveva degli oceani e molto probabilmente una parte delle antiche acque è conservata ancora sotto la sua superficie

Arrivano nuovi indizi della presenza di acqua su Marte. Lo rivela uno studio pubblicato sul Journal of Geophysical Research-Planets, la ricerca è stata condotta in collaborazione col gruppo Gian Gabriele Ori, ed è stata coordinata da Francesco Salese. Risultano almeno 24 antichi laghi, veri e propri scrigni del tempo testimoni di quelli che erano gli oceani marziani, scomparsi circa tre miliardi di anni fa, quando da noi la vita compiva i suoi primi passi (tra i 4,4 e i 2,7 miliardi di anni fa).


Tutto questo è stato possibile lavorando sui dati finora raccolti dalle sonde spaziali Mars Express dell’Esa e Mars Reconnaissance Orbiter (Mro) della Nasa. Le osservazioni eseguite nell’emisfero settentrionale -vicino all’equatore -presentano tracce di un sistema di acque sotterranee che si suppone riguardi tutto il Pianeta. Le prove geologiche raccolte collimano inoltre con l’immagine che abbiamo degli antichi oceani marziani.


Gli antichi oceani di Marte

Nel 2015 un team di ricercatori realizzò una mappa degli oceani marziani, incrociando i dati raccolti da tre satelliti. Sappiamo così che la loro presenza doveva risalire a circa 4,5 miliardi di anni fa. Gli oceani coprivano molto probabilmente circa il 20% del Pianeta. Questo studio pubblicato poi su Science è stato realizzato dopo un periodo di lavoro cominciato nel 2008 e conclusosi nel 2014, con la supervisione dell’astronomo argentino Geronimo Villanueva.

La fragilità dell’atmosfera marziana decretò la scomparsa dei suoi oceani, insegnandoci qualcosa su quanto sia importante per noi avere cura di quella terrestre. Effettivamente se gli oceani marziani sono “morti” anche i nostri non si sentono tanto bene. Non potendo più proteggere le sue acque dalla radiazione solare l’87% si perse nello Spazio, mentre il 13% potrebbe essere ancora conservata sotto le calotte polari.

Il lago nascosto nel Polo Sud

Già nell’estate 2018 abbiamo avuto conferme della presenza di un lago sotto il Polo Sud marziano, situato a 1,5 chilometri di profondità. Anche stavolta troviamo i ricercatori italiani in prima linea: parliamo di un lavoro svolto da un team di 22 ricercatori che hanno analizzato i dati di Marsis (Mars Advanced Radar for Subsurface and Ionosphere Sounding), parte della strumentazione della Mars Express.Oltre ad analizzare le tracce geologiche è possibile effettuare altri tipi di ricerche, come nel lavoro svolto per il lago scoperto sotto la calotta polare marziana, utilizzando la tecnica del “radio echo sounding” (Res). Radar a bassa frequenza sono stati utilizzati già con successo nella ricerca di acqua sotto le calotte polari terrestri. Tra ghiaccio e acqua si producono infatti particolari riflessi radar, questo permette quindi di realizzare una ricostruzione di possibili bacini sotto la superficie marziana.

Come si trova l’acqua su Marte?

Tutto questo è stato possibile grazie alla nostra conoscenza del comportamento delle onde elettromagnetiche quando attraversano i corpi, permettendo la realizzazione di strumenti come il “georadar”. Questo strumento è composto da due parti: un trasmettitore che irradia le onde nel sottosuolo e un ricevitore che elabora quelle riflesse. Ogni materiale ha delle particolari proprietà che determinano il modo in cui possono riflettere le onde elettromagnetiche, rendendo possibile l’esplorazione del sottosuolo a distanza.