Pillon contro l’utero in affitto: ecco come funziona la maternità surrogata in Italia e all’estero

di OPEN

Il senatore leghista Simone Pillon ha presentato una proposta di legge che se approvata andrebbe non solo a inasprire le pene per chi si rivolge a madri surrogate, ma anche a punire chi va all’estero per ricorrere all’utero in affitto. Ecco in quali Paesi è vietata la pratica dell’utero in affitto e in quali invece è permessa

In Italia la maternità surrogata è vietata dalla legge n.40 del 2004. «Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600 mila a un milione di euro», recita il comma 6 dell’articolo 12. Per aggirare il divieto molte coppie italiane si rivolgono all’estero, nei paesi dove invece la maternità surrogata è permessa. Con la nuova proposta di legge, il senatore leghista Simone Pillon vorrebbe non solo inasprire le pene già previste, portando la reclusione a sei anni e alzando la sanzione minima da 600 a 800 mila euro, ma vorrebbe anche estendere la pena a chi va all’estero, pratica che l’onorevole definisce «turismo riproduttivo». Mentre, al momento attuale, i giudici non possono sanzionare chi si rivolge all’estero, anche se la legislazione in materia è complicata. 


Quando i genitori italiani tornano con un bambino nato in un altro Paese hanno davanti diverse opzioni, possono chiedere il riconoscimento, presentando il contratto stipulato con la madre surrogata oppure mostrare il certificato di nascita del bambino redatto all’estero dove loro figurano come genitori. Nel primo caso, per la legislazione italiana il contratto è nullo, chi opta per questa opzione rischia che il bambino venga dichiarato «adottabile» dalle autorità. Nel secondo caso invece i genitori commettono il reato di falsa dichiarazione a un pubblico ufficiale. In realtà a fare giurisprudenza è intervenuta la Corte costituzionale che, pur condannando la pratica della maternità surrogata, con la sentenza 272 del 2017 ha stabilito che «non è costituzionalmente ammissibile che l’esigenza di verità della filiazione si imponga in modo automatico sull’interesse del minore», cioè il bambino non può essere tolto automaticamente ai genitori, bisogna valutare caso per caso. I Paesi dove invece la maternità surrogata è legale sono Stati Uniti, Canada, Ucraina, Russia, India, Grecia e Gran Bretagna. 


In Europa

In Europa sono pochissimi i Paesi che ammettono la possibilità di prendere un utero in affitto. In Francia e Germania la maternità surrogata è vietata.  In Irlanda, Paesi Bassi, Belgio e Repubblica Ceca manca una legislazione a riguardo. Anche in Spagna è vietata, ma in alcuni casi, previsti dalla legge, è possibile il riconoscimento di un bambino nato da madre surrogata. Uno dei pochi paesi europei a permettere tale pratica è il Regno Unito. La Gran Bretagna permette infatti la maternità surrogata, ma non a scopo di lucro. La madre non può ricevere alcun compenso, ma soltanto vedersi rimborsate le spese sostenute durante la gravidanza. Inoltre possono ricorrere all’utero in affitto soltanto coloro che risiedono in Gran Bretagna.

Anche in Grecia è legale. Qui è stata introdotta nel 2014. Per rivolgersi a una madre surrogata, però, è necessario il permesso di un giudice che attesti che la persona o la coppia in questione non può avere figli. Inoltre la maternità surrogata è stata introdotta seguendo il principio della solidarietà. La donna che porta in grembo il bimbo può ricevere massimo un compenso di 10 mila euro a titolo di rimborso spese e deve presentare un certificato di buona salute, anche mentale. 

Stati Uniti

Negli Usa la maternità surrogata è possibile, ma la legislazione dipende da stato a stato. In Colorado, in Texas, in Connecticut, nella Florida, nel Massachusetts, in California e nello Utah la pratica è esplicitamente ammessa, mentre in Arizona, Washington, New York e nel distretto della Colombia è vietata. Negli altri stati non esiste una legislazione a riguardo. Per chi ricorre alla maternità surrogata negli Stati Uniti il costo va da 90 fino a 180 mila euro.

 

Canada

In Canada, come nel Regno Unito, non è permessa la maternità surrogata commerciale. La donna che decide di portare avanti la gravidanza per conto di terzi deve farlo in autonomia. È vietata anche l’intermediazione per cui non ci sono le cliniche e le agenzie che si prendono carico della parte legale e burocratica del processo. La pratica è permessa agli stranieri e possono ricorrere anche single e gay. 

 

Ucraina

Anche in Ucraina la maternità surrogata è legale. L’Ucraina è uno dei paesi principali a cui gli italiani si rivolgono quando cercano un utero in affitto. Ci sono decine di cliniche specializzate che mettono in contatto i potenziali genitori con le madri surrogate e si occupano di seguire sia la parte legale che clinica del processo. Oltre l’utero in affitto, in Ucraina è permessa anche la fecondazione eterologa, quindi chi si rivolge a un centro può scegliere anche un eventuale donatore. Il costo si aggira attorno ai 50 mila euro. Centri specializzati a parte, in Ucraina sempre più donne mettono sui social annunci in cui offrono in affitto il proprio utero. Rivolgersi a privati però potrebbe essere rischioso e obbliga il potenziale genitore a farsi carico autonomamente della parte legale. La maternità surrogata non è permessa a coppie omosessuali. 

 

Russia

In Russia è possibile ricorrere all’utero in affitto, ma solo per le coppie eterosessuali. La madre surrogata deve solamente prestare il suo consenso e non comparirà sul certificato di nascita del bambino dove ci saranno soltanto i nomi dei genitori che hanno chiesto l’utero in affitto. Come in Ucraina, questo tipo di legislazione molto permissiva ha aperto la strada alla pratica della maternità surrogata commerciale. Sempre più coppie, anche italiane, si rivolgono ad agenzie e cliniche russe per chiedere l’utero in affitto. Ultimamente sempre più persone vanno a cercare madri surrogate anche in Kazakistan e in Georgia. Dove il bambino però verrà registrato alla nascita con il nome del padre, mentre la madre dovrà adottarlo dopo il rientro. 

 

India

L’India è tra i Paesi in cui è permessa la maternità surrogata, ma anche qui è vietato che vi facciano ricorso cittadini stranieri. Soltanto le coppie possono chiedere l’utero in affitto, mentre è vietato ai gay e ai single. Se la donna che intende portare avanti la gravidanza è sposata deve avere il permesso del marito per poter dare il proprio utero in affitto.

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