Perché Roberto Formigoni potrebbe finire in carcere

Il 21 febbraio la Corte di Cassazione deciderà se annullare o confermare la sentenza d’Appello per corruzione. Per questo reato, con la recente legge Spazza-corrotti, rischia di finire direttamente in detenzione perché non sono previste pene alternative 

Per diciotto anni è stato governatore della Lombardia e pochi mesi fa ha ricevuto una condanna in secondo grado a 7 anni e mezzo di carcere per corruzione, pena più aspra di quella comminata in primo grado (sei anni). Ora la parola finale sul destino giudiziario di Roberto Formigoni spetta alla Corte di Cassazione che il 21 febbraio deciderà se annullare o confermare la sentenza d’Appello: in quest’ultimo caso, finirà in carcere e sarà interdetto «in perpetuo dai pubblici uffici». L’ex presidente della Lombardia, soprannominato «Il Celeste» rischia quindi di non poter più ricoprire incarichi pubblici; oltre che governatore dal 1995 al 2013, era stato sia eurodeputato che parlamentare (eletto più volte sia alla Camera che al Senato con la Democrazia Cristiana e con Il Popolo della Libertà, che lasciò per fondare il Nuovo Centrodestra).


Il processo in cui è coinvolto riguarda il mondo della sanità lombarda, un settore che in Lombardia occupa circa il 70% del bilancio regionale. Secondo l’accusa, Roberto Formigoni avrebbe favorito, attraverso una serie di delibere di giunta, due poli sanitari privati (la Fondazione Maugeri e l’ospedale San Raffaele) tra il 1997 e il 2011. In cambio i due enti gli avrebbero pagato vacanze lussuose e dato altre utilità. L’ex governatore lombardo si è sempre professato innocente: il capo d’accusa relativo al San Raffaele dovrebbe essere prescritto, riducendo quindi probabilmente di un po’ la pena complessiva in caso di condanna. Bisogna però considerare che con la recente legge Spazza-corrotti, Formigoni rischia di finire direttamente in carcere perché non sono previste pene alternative per il reato di corruzione.


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