L’Agenzia europea del farmaco lascia Londra, ma dovrà pagare 500 milioni di affitto fino al 2039

Secondo una sentenza la Brexit non rappresenta una motivazione sufficiente per non adempiere al contratto

L'Agenzia europea per i medicinali (EMA), che ha ruolo di vigilanza e di regolamentazione della vendita di farmaci in tutti i paesi membri dell'Ue, si prepara a lasciare la sede storica di Londra per trasferirsi ad Amsterdam in vista della Brexit (prevista per il 29 Marzo). Il trasloco in Olanda dovrebbe avvenire nei prossimi mesi, in una sede provvisoria, nell'attesa che quella ufficiale sia pronta (non prima di novembre 2019). Ma l'Agenzia dovrà continuare a pagare l'affitto per i suoi uffici di Canary Wharf, a Londra per i prossimi 20 anni: fino al 2039.


Così era stabilito nel contratto e così sarà. Il giudice inglese Marcus Smith, non ha ritenuto che l'uscita del Regno Unito fosse una ragione sufficiente per non adempiere al contratto. L'Ema, che per il momento sta considerando i suoi prossimi passi e non ha annunciato di volersi appellare alla decisione, dovrà sborsare ben 500 milioni di sterline, oltre a pagare l'affitto della nuova sede di Amsterdam.


La decisione del giudice – scrive il Financial Times – riflette un parere legale diffuso nel Regno Unito. Se all'Ema fosse stato permesso di rescindere il contratto, infatti, questo avrebbe potuto agevolare la fuoriuscita di centinaia di aziende con base nel Regno Unito che vivono con preoccupazione lo stallo sulla Brexit.

Una decisione che aggiunge un nuovo capitolo alla saga immobiliare dell'Ema, cominciata con l'assegnazione della sede di Amsterdam: una delusione per la città di Milano. Il capoluogo lombardo ha presentato un ricorso, bocciato nel marzo 2018. A febbraio 2019, anche il Governo italiano, tramite l'Avvocatura dello Stato, ha presentato un ricorso alla Corte di Giustizia dell'Ue contro l'assegnazione della nuova sede. Con la sentenza sull'affitto londinese dell'Agenzia, la Corte di Giustizia europea potrebbe essere chiamata a rispondere a ben due appelli sulle vicende dell'Ema.

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