Con il volo di «Virgin Unity» siamo un passo più vicini al turismo spaziale

Si è concluso il quinto viaggio del progetto «Virgin Galactic», principale rivale di «Blue Origin» (del fondatore di Amazon, Jeff Bezos) nella corsa per trasportare i primi turisti nello Spazio

Virgin Galactic di Sir Richard Branson è un progetto commerciale spaziale, il rivale di Blue Origin, del fondatore di Amazon Jeff Bezos. La sfida di entrambi è quella di portare per la prima volta dei turisti nello Spazio. Effettivamente non siamo mai stati così vicini a questo nuovo genere di turismo come oggi. Il veicolo Virgin Unity, condotto dai piloti Dave Mackay e Mike Masucci, ha raggiunto il 22 febbraio scorso la quota di circa 90 chilometri sopra il deserto del Mojave in California, con una velocità di circa 3700 chilometri orari (Mach 3), per poi planare a Terra.


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Il volo di prova avvicina il progetto della Virgin all’obiettivo finale: quello di trasportare in una sub-orbita. Più di 700 persone hanno già prenotato il volo. Segna anche un piccolo record: Mackay sarebbe infatti il primo scozzese ad aver viaggiato nello Spazio, anche se forse chiamarlo «viaggio spaziale» è ancora un po' forzato.

È stato elettrizzante – ha affermato Mackay – ma al tempo stesso fluido e ben controllato, con una vista in cima alla Terra dallo spazio, che ha superato tutte le nostre aspettative.

Il mezzo è in grado di effettuare una parabola durante il suo percorso, penetrando gli ultimi strati dell’atmosfera, per poi atterrare, senza mai entrare in orbita attorno al Pianeta. Il mezzo è stato prima «traghettato» dall’aereo White Knight Two, per poi spiccare il volo autonomamente con i propri motori. Sull'effettivo inizio del servizio e sul prezzo dei biglietti, comunque, c’è ancora il silenzio più assoluto.

Si tratta della quinta missione di Virgin Unity, questa volta però, a bordo c’era anche Beth Moses, istruttrice di astronauti. Sostienedi essersi voluta accertare di persona della qualità del mezzo, soprattutto dal punto di vista dei futuri passeggeri. Un duro lavoro quello di Beth, ma qualcuno doveva pur farlo.

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