Orari flessibili e lavoro da remoto: se la Ducati apre allo smart working

Lavoro flessibile, lavoro agile e lavoro da remoto: come fanno le aziende a star dietro ai nuovi modelli di lavoro? Una proposta arriva direttamente dalla manifattura: «È fondamentale stare al passo con i tempi e con i bisogni dei dipendenti»

Il focus sullo smart working ( il lavoro agile) è fondamentale per capire i cambiamenti e le esigenze nel mondo del lavoro. Ma se il collegamento con i lavoratori freelance risulta immediato, è ancora inusuale pensare che le aziende di manifattura possano applicarlo. Eppure, come fa notare a Open Mario Morgese, il responsabile delle relazioni industriali della Ducati, è imprescindibile cominciare a pensare in che modo si possano bilanciare al meglio le ore lavorative dei dipendenti e i loro bisogni quotidiani.


«L’azienda doveva cercare di liberare un po’ di tempo a favore dei dipendenti.», ha spiegato Morgese. «Era necessario staccare dall’operatività pura le persone e dargli l’opportunità di avere spazi per migliorare lo slancio creativo». Da settembre 2018 a febbraio 2019, la Ducati ha avviato una sperimentazione con un nuovo contratto integrativo sottoscritto con i sindacati. Un accordo che dava la possibilità a 50 dipendenti di lavorare da casa 5 giorni al mese. A partire dal primo marzo 2019, il periodo di sperimentazione tenterà di allargarsi a tutti i dipendenti che ne faranno richiesta


Manifattura e flessibilità: un’ipotesi percorribile

Le tipologie di lavoratori all’interno dell’azienda sono due: le aree di produzione diretta e quelle di produzione indiretta. Alla prima tipologia corrispondono gli operai delle catene di montaggio. Come ha fatto notare Morgese, è difficile capire come sviluppare l’idea di un lavoro agile applicabile agli operatori della fabbrica. «Abbiamo approcciato il tema in due grandi modi: lo smart working puro da sperimentare per le aree di produzione indiretta, e delle condizioni di flessibilità per le aree che hanno a che fare con la produzione diretta».

«In una catena sincronizzata tutti devono trovarsi in linea nello stesso momento», ha spiegato Morgese. «Ecco perché abbiamo deciso di dare la possibilità ai lavoratori di organizzarsi a maggioranza sulle ore di lavoro, fornendo una forchetta di tempo nella quale decidere la combinazione di ore lavorative più conveniente». Ed è anche una strategia per responsabilizzare di più i dipendenti: «In questo modo i cambiamenti non verranno imposti dall’alto, ma saranno costruiti insieme ai diretti interessati».

Addio al timbro del cartellino

Già dal 2017, la Ducati ha iniziato a modificare le sue politiche nei confronti dell’obbligo di marcatura. «Alla fine dell orario di lavoro c’erano file immense per timbrare il cartellino. Non era bello nei confronti dei dipendenti, soprattutto di chi aveva dei figli». Al momento, le timbrature sono state ridotte da 4 a 2: come spiega Morgese, «la soluzione è progressiva, ed è legata a doppio filo con le tecnologie che l’azienda a disposizione per i controlli». «L’obbiettivo finale è eliminare la marcatura per tutti, ma ci sono dei percorsi che sono lunghi da maturare e da introdurre un po’ per volta».

Chi può permettersi (davvero) lo smart working da remoto in un’azienda?

Lo smart home working (cioè il lavoro agile e da remoto) è apparentemente meno insidioso dal punto di vista dei produttori indiretti, cioè gli uffici, le aree tecniche e le aree di sperimentazione. Con il sindacato, l’azienda ha raggiunto un accordo (che terminerà a fine febbraio, ma verrà ripreso quasi integralmente a partire da marzo) per cui ogni area di lavoro può autorizzare due persone a lavorare da casa 5 giorni al mese. Durante quei giorni, aumenterà anche la flessibilità: «Essendo una fase sperimentale, abbiamo provato a lasciare frazionare la giornata ai dipendenti. Dichiarando prima le interruzioni, potevano chiedere un frazionamento diverso (per la palestra, o per badare ai figli) senza dover dichiarare il motivo», ha spiegato Morgese.

Orari flessibili e lavoro da remoto: se la Ducati apre allo smart working foto 1

Ma la realtà dei fatti è più complicata: non tutti i dipendenti possono giovare dell’opportunità. I criteri d’accesso alla richiesta devono soddisfare dei requisiti tecnici per garantire «almeno la stessa prestazione che avrebbero svolto in azienda». L’approccio è chiaro: lo smart working non è un semplice regalo al dipendente, ma in primis un’occasione di crescita. «Se si interrompe la connessione a casa e non si riesce a lavorare, allora scatta il giorno di ferie».

Per dare le stesse possibilità di flessibilità a chi, per motivi tecnologici, sarebbe messo ai margini del sistema smart, la Ducati ha ipotizzato un’altra forma: lo smart company working. «Il personale non eleggibile (che non possiede, cioè, i requisiti tecnologici per lavorare da casa, ndr) potrà giovare di 4 giorni al mese in cui si costruirà l’orario di lavoro come meglio crede. Magari dilatandolo di 4 ore, in modo da poter aggiungere più pause durante la giornata».