Il senatore Pillon: «Le madri surrogate? Sono donne povere e poco istruite»

Dopo essere stato contestato fortemente dall’opposizione per la proposta dell’affido condiviso, il senatore leghista torna a parlare di un’altra sua grande battaglia: quella contro il cosiddetto «utero in affitto»

Centinaia di coppie ogni anno vanno all’estero per ricorrere alla maternità surrogata. Così come centinaia sono i bambini che ogni anno nascono da donne che si offrono di portarli in grembo per poi lasciarli nelle mani di chi ha voluto e richiesto la gravidanza. Il senatore leghista Simone Pillon vuole proibire queste nascite con una nuova proposta di legge. La maternità surrogata è già vietata in Italia dalla legge n.40 del 2004, Pillon vuole però inasprire le pene e punire anche chi si rivolge all’estero.


È poco chiara però la modalità, soprattutto per le coppie etero, con cui verranno individuati i genitori che hanno fatto ricorso alla maternità surrogata in un altro Paese, visto che chi torna ha in mano un regolare certificato di nascita. Pillon vuole «intensificare i controlli alle frontiere» perché «bisogna fermare questa pratica abominevole che lede la dignità della donna e del bambino», dice il senatore a Open.


Senatore Pillon, perché ritiene un’urgenza per il Paese inasprire le pene per chi ricorre alla maternità surrogata ed estenderle anche a chi se ne va all’estero?

«L’utero in affitto è uno schifo, il peggior modo per strumentalizzare la donna annullandone il corpo come se fosse un’incubatrice umana. Spesso il bambino viene selezionato a catalogo: viene scelta come donatrice la ragazza più bella, più bionda con gli occhi azzurri e poi come incubatrice un’altra donna il cui corpo verrà bombardato di medicine per non rigettare il feto con il quale non ha nessun legame biologico e che quindi viene percepito come un tumore. All’interno di questa donna vengono inseriti degli ovociti e se ne attecchiscono troppi quelli in più vengono eliminati

In realtà in Europa è permesso l’impianto di massimo tre embrioni alla volta.

«L’utero in affitto è una pratica vergognosa, già vietata per legge. Per chi va all’estero c’è invece un vuoto normativo e vogliamo colmare questo gap. L’urgenza c’è perché sempre più italiani vanno in Paesi come Canada, Russia, Ucraina per comprarsi i bambini. Bisogna fermarli: i bambini non si regalano e la dignità della donna non può essere oggetto di compravendita».

Ma se le donne che si offrono come madri surrogate sono consenzienti, per quale ragione crede che sia lesa la loro dignità? La maternità è una questione privata, non crede?

«Secondo lei è normale che una donna venga usata per il suo utero? Secondo me no, come non è normale che tutti i rapporti che si creano tra la donna e il bimbo durante la gravidanza si interrompano alla nascita. A Roma c’è un regolamento che vieta che i cani vengano separati dai cuccioli prima dei 60 giorni. Invece nel caso della maternità surrogata mamma e bimbo vengono separati subito. Non possiamo permettere che i cani vengano trattati meglio degli essere umani. Inoltre non c’è libertà di scelta nelle donne che fanno le mamme surrogate. Mi creda nessuna donna affronta le complicazioni di una gravidanza e poi cede il proprio bambino per libera scelta, c’è sempre dietro un interesse economico. Non possiamo permettere alle donne di ridurre la loro dignità a zero».

In alcuni Paesi, tra cui il Regno Unito, però esiste la gravidanza solidale. Anche molte donne italiane negli ultimi anni si rivolgono a centri esteri per offrirsi come madri surrogate. Quindi è una libera scelta.

«Si tratta sicuramente di donne ricche e colte! Mi scusi l’ironia. Una persona di cultura e con una situazione economica dignitosa non si presterebbe mai. Non esiste la maternità solidale, si fa per soldi e basta».

Scusi Pillon, in alcuni Paesi – come gli Stati Uniti – le donne per poter fare le madri surrogate devono essere sposate, avere un lavoro ed essere autosufficienti proprio per evitare che la maternità diventi una forma di guadagno.

«Ci sono anche Paesi nel mondo in cui è permessa l’infibulazione oppure sono permesse le spose bambine, questo non significa sia giusto. Bisogna tutelare la dignità delle donne anche quando non riescono a tutelarsi da sole, ma bisogna anche tutelare l’interesse del bambino che ha il diritto di sapere dov’è nato, chi l’ha partorito, chi sono i suoi genitori biologici»

Non è forse più importante che venga cresciuto con amore?

«Anche in molti orfanotrofi i bambini vengono trattati con amore, ma questo non significa che devono rimanere negli orfanotrofi. La famiglia naturale è decisamente il modello migliore. Un bambino nato con maternità surrogata è orfano prima ancora che venga concepito perché non saprà mai chi è sua madre. E quando crescerà lo vorrà sapere, vorrà conoscere le proprie origini. Non possiamo negargli questo diritto».

Ma questo vale anche per le adozioni.

«L’adozione cerca al massimo di risolvere un problema generato dai casi della vita, la maternità surrogata crea un problema: quello di generare una persona che non saprà mai chi è sua madre e chi è suo padre».

Come pensa di poter punire chi va all’estero?

«Impedendo e punendo la trascrizione di certificati di nascita in Italia perché sono contrari all’ordine pubblico. Per legge un ufficiale non può trascrivere certificati redatti all’estero se contrari all’ordine pubblico e la maternità surrogata lo è. Lo ha ribadito anche la Corte costituzionale che con sentenza 272 del 2017 ha definito la maternità surrogata lesiva della dignità della donna e del minore»

Come farà effettivamente a controllare le coppie che tornano dall’estero con un bimbo in braccio e il certificato di nascita che attesta che sono loro i genitori di quel bambino?

«Bisogna intensificare i controlli alle frontiere. La polizia provvederà a fare le verifiche del caso e controllare che i bambini siano effettivamente figli di chi li accompagna. Le autorità bloccheranno chi va bloccato. Se uno dei due genitori è biologico il figlio non gli verrà sottratto, ma deve essere punito perché ha violato la legge sulla maternità surrogata».

Non pensa che in linea generale il divieto rischi di aumentare l’illegalità e di costringere alcune coppie che vogliono un bambino ad andare in Paesi dove i controlli sono blandi, mettendo in pericolo la loro sicurezza e quella del bambino?

«La mia proposta di legge non può aumentare l’illegalità perché la maternità surrogata è una pratica già illegale di per sé. Ora bisogna colmare il vuoto normativo e punire anche chi va all’estero a prendere uteri in affitto».

Lei vuole anche vietare la trascrizione di atti di nascita di genitori dello stesso sesso.

«Perché dichiarano il falso. Quando un minore viene iscritto all’anagrafe vengono iscritti i suoi genitori biologici: non possono essere genitori biologici due uomini oppure due donne, al massimo uno di loro. Il genitore non biologico non deve essere iscritto».

Moltissimi parlano di un’inversione di tendenza sul piano dei diritti civili.

«Non lo è, anzi. Chi iscrive un bambino all’anagrafe mettendo il nome di un genitore che non è quello biologico commette un reato perché dichiara il falso. Io sono nel giusto e voglio solo applicare la legge».

Quindi i figli sono di chi li fa non di chi li cresce?

«Noi non abbiamo il feticcio del genitore biologico perché le adozioni e gli affidamenti sono pratiche nobili, ma bisogna cercare di stimolare e ricreare quella che è la famiglia naturale composta da un papà e una mamma. Non possiamo permetterci di costruire a tavolino situazioni in cui persone egoiste che vogliono un figlio a tutti costi vanno e se lo comprano».

Sta facendo discutere anche un altro suo ddl: quello sull’affido condiviso perché ritenuto lesivo degli interessi della donna. Le opposizioni hanno chiesto di ritirarlo, in aula Emma Bonino si è rivolta alle ragazze e ha detto: «Ribellatevi, questo provvedimento riguarda voi».

«In questa fase stiamo lavorando al testo unificato quindi non posso entrare nel merito della proposta di legge. Posso dire però che è stata strumentalizzata e chiedere di ritirarla è anti-democratico, ma fa parte del Dna del PD essere antidemocratici quando le idee non sono le loro».

Lei è stato contestato dalle attiviste di “Non una di meno” ed è stato tacciato di misoginia, non si sente di chiarire con le donne in vista anche della festa internazione delle donne?

«Non devo chiedere scusa a nessuno. Sono stato contestato da un gruppo di femministe, non dalle donne in generale. L’utero in affitto è uno schifo, le spose bambine sono uno schifo: questi sono i regali che metterò nella mimosa per la festa delle donne insieme alla proposta sull’affido condiviso».

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