Di Maio: «Dalla Lega vogliamo serietà. Non si può mettere a rischio il governo per la Tav»

«Abbiamo aspettato per mesi l’analisi costi-benefici. Ora non si può fare l’arbitro a fine partita», spiega il capo politico del Movimento 5 Stelle. Poi l’accusa al leader leghista: «Dire che chi ha la testa più dura vince, è da bambini»

Accusa la Lega di avere messo in discussione il governo sulla Tav appena entra nella sala stampa di Palazzo Chigi per la conferenza stampa convocata improvvisamente. Così Luigi Di Maio va all'attacco degli alleati leghisti, cercando di ricostruire il percorso che ha portato alla stesura del contratto di governo e assicurando: «Questo sarà un weekend di lavoro. Non mi si può dire ci vediamo lunedì». Il messaggio è diretto a Matteo Salvini, che poche ore prima si era sfogato con i suoi collaboratori: «Io sono per fare e non disfare. Da lunedì mi tolgo qualche sfizio».


Di Maio: «No alla crisi»

«Ci avevamo messo 6 giorni per fare il contratto di governo», ricorda il capo politico M5S visto che quello era stato proprio uno dei temi più complicati della trattativa. La questione è ben più grande della tratta Torino-Lione: si sta parlando del «destino del governo». Secondo molti osservatori non è escluso un voto anticipato in vista delle Europee, anche se Di Maio (esattamente come il vicepremier leghista) sorvola su quest'ipotesi: «Non penso a situazioni post-crisi di governo o al voto».


La Tav non sta in piedi

«Quest'opera non sta in piedi. Ma non si può fare gli arbitri, a fine partita», prosegue Di Maio che ricorda più volte l'analisi costi-benefici negativa. In prima fila ci sono i collaborati di Di Maio, insieme al portavoce di Palazzo Chigi Rocco Casalino e alcuni sottosegretari. Il segnale che i 5 Stelle vogliono dare è di grande compattezza: significativo anche che all'assemblea dei parlamentari del 7 marzo siano intervenuti praticamente tutti i deputati e i senatori.

Lo stop ai bandi

Sulla scadenza dei bandi Telt, che dovrebbero partire lunedì, il M5S vuole uno stop: «Si tratta anche dei soldi degli italiani. Per questo vogliamo serietà dalla Lega. Ci sono degli aspetti tecnici che possono permettere di bloccare i bandi», spiega il vicepremier. I 5 Stelle stanno lavorando proprio su questo, incassato l'appoggio del presidente del Consiglio Conte, mentre i leghisti insistono con il via libera ai bandi.

«Si possono pubblicare con la clausola di dissolvenza prevista dal diritto francese», spiega il sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri. «Devono comunque partire. Sono dell'idea che noi come Italia dobbiamo essere affidabili: diciamo una cosa e si fa, altrimenti qui non viene ad investire nessuno» spiega alla trasmissione Tagadà il ministro della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno, usando parole molto simili a quelle del ministro dell'Economia Giovanni Tria.