Venezuela, il blackout ha causato 13 morti

L’interruzione della corrente elettrica va avanti da giovedì. Secondo un medico sarebbero morte diverse persone in ospedale, ma il ministro della comunicazione nega. A Caracas è scontro tra Maduro e Guaidó, organizzate manifestazione anti e pro governative

Sarebbero tredici i pazienti morti in Venezuela a causa del blackout elettrico iniziato lo scorso giovedì. A denunciarlo è stato il medico Julio Castro. Nel suo ospedale, il Manuel Nunez Tovar di Maturin, rimasto «senza luce e senza generatore elettrico», sarebbero morti 9 pazienti ricoverati nel servizio di emergenza, 2 in ostetricia, uno in traumatologia e uno in terapia intensiva neonatale. Il ministro della Comunicazione, Jorge Rodriguez, ha ribattuto che il blackout non ha causato vittime negli ospedali, perché il governo aveva fornito un generatore autonomo a ogni struttura sanitaria. Ma il tweet sembra smentirlo.


I sostenitori di entrambi i contendenti scendono in piazza

Ieri, 9 marzo, ci sono state diverse manifestazioni di protesta in tutto il Paese guidate tanto dal leader dell’opposizione Juan Guaidó quanto dal presidente Maduro. Entrambi hanno parlato ai propri sostenitori: la partecipazione è stata molto alta, anche a causa del blackout che ha colpito il Paese. Il presidente venezuelano ha accusato gli Stati Uniti del blackout, dicendo che si è trattato di una «serie di attachi cibernetici, elettromagnetici e fisici», un’ operazione di «sabotaggio criminale» organizzato dagli Stati Uniti e messa in atto con la complicità di «sabotatori golpisti infiltrati». Mentre l’opposizione ha imputato alla corruzione e all’incompetenza del governo il deterioramento della rete elettrica che andrebbe avanti da oltre un decennio.


Le parole dei due leader

In un discorso al Palazzo di Miraflores, Maduro ha chiesto di «essere pazienti», aggiungendo che «auspica che ben presto tutti i venezuelani dispongano di quello a cui hanno diritto», senza fornire altri dettagli, e «assicurando che la nuova imboscata imperialista» sarà sconfitta come tutte le precedenti. Poco prima, in un’altra parte della città, Juan Guaidó, il presidente del Parlamento che ha assunto i poteri dell’Esecutivo, ha parlato davanti a un pubblico meno numeroso, in piedi su un’automobile e con un megafono in mano. Il leader dell’opposizione ha chiesto alla folla di rimanere unita e mobilitata in piazza, per mantenere la pressione sul governo e «denunciare chi resta il vero responsabile della crisi della luce, della benzina, dell’acqua, degli ospedali e che ha nome e cognome: Nicolas Maduro!».