Una legge per difendersi dal revenge porn: «Punire anche chi inoltra i video hot» – Video

Iniziata nella commissione giustizia del Senato la discussione sul disegno di legge proposto dal Movimento 5 Stelle contro la diffusione di immagini private senza il consenso della persona coinvolta. Il presidente Ostellari (Lega): «Bisogna considerare le diverse tecnologie usate e mettere pene più aspre»

Tre articoli per provare a punire la diffusione in rete di immagini private di carattere sessuale senza il consenso dell’interessato. O forse bisognerebbe dire dell’interessata, visto che «la maggior parte delle vittime è di genere femminile». Lo sostiene la senatrice M5S Elvira Evangelista, di professione avvocato, autrice del disegno di legge 1076 che punta a istituire un reato specifico per quello che viene definito revenge porn con pene da sei mesi a tre anni.


La commissione Giustizia del Senato ha iniziato la discussione del provvedimento che dovrebbe arrivare in aula tra qualche mese. «Molte di loro hanno riferito agli psicologi che l’impatto della diffusione su larga scala di immagini scattate privatamente possa essere paragonato a quello di una vera e propria violenza sessuale» spiega la senatrice Evangelista.


Il disegno di legge è stato presentato il 19 febbraio dal Movimento 5 Stelle, ma ora sembra di nuovo attualissimo a causa vicenda che ha coinvolto Giulia Sarti. Sono tornate infatti a circolare in rete, con la scusa del diritto di cronaca, e via WhatsApp le immagini intime della deputata M5S, sotto indagine del collegio dei probiviri per i rimborsi che non sarebbero stati restituiti al Movimento 5 Stelle. I colleghi di partito hanno espresso solidarietà verso la deputata, vittima di questi attacchi. Così come il resto dei parlamentari.

Secondo la proposta M5S chiunque diffonda video privati sessualmente espliciti rischia di finire in carcere con una pena da tre mesi a sei anni e dovrà pagare una multa da 75 a 250 euro. La reclusione potrà arrivare fino a quattro anni, se il reato viene commesso dal coniuge (o ex coniuge) e fino a dieci anni in caso di morte della persona offesa, causata da questo tipo di reato.

Nel 2016, Tiziana Cantone si tolse la vita dopo la diffusione in rete di video hot. La mamma della giovane ha commentato così quello che sta succedendo alla deputata Sarti: «Ormai è una piaga sociale. Non passa giorno che questi odiatori da tastiera non si rendano protagonisti di offese e calunnie in particolare contro donne».

Il presidente della commissione Giustizia Andrea Ostellari (Lega) ha spiegato che c’è «una condivisione trasversale» sul tema e vuole proporre alcune modifiche al disegno di legge M5S: «Bisogna punire più duramente chi inoltra questo tipo di immagini e video privati».

Anche Forza Italia ha presentato da tempo tre disegni di legge sul tema, che non sono stati ancora discussi dalle commissioni parlamentari competenti: la differenza principale con quello dei 5 Stelle, è l’aumento della multa per chi diffonde queste immagini (una cifra non inferiore ai 5mila euro).

Le leggi a disposizione non si sono dimostrate efficaci, anche perché è impossibile far sparire contenuti digitali che si inoltrano da cellulare a cellulare. Finora è stato possibile punire l’autore del gesto attraverso il reato di violazione della privacy: spesso il primo passo verso reati ben più gravi come lo stalking.