Brenton Tarrant, il manifesto dell’attentatore: «La mia guerra è contro l’alto tasso di fertilità degli islamici»

Il terrorista australiano è entrato in una moschea nella notte tra il 14 e il 15 marzo in una cittadina neozelandese e ha sparato 205 colpi. Nel suo manifesto parla di “genocidio bianco” e dice di aver deciso di combattere l”invasione islamica” dopo l’attentato a Stoccolma del 2017

Brenton Tarrant, 28 anni, australiano, è considerato la mente dell’attentato alle moschee in Nuova Zelanda. Il bilancio provvisorio è di 48 morti e decine di feriti. Tarrant ha filmato tutto l’attacco condividendolo su Facebook con una diretta: avrebbe sparato 205 volte usando quattro armi. Le immagini, riprese dallo stesso Tarrant con una gopro prima dell’entrata nella moschea, lo mostrano in macchina con a fianco un kalashnikov su cui appaiono i nomi di diverse figure, tra cui due italiani, che nel corso della storia avrebbero combattuto “gli invasori musulmani”. Dal doge di Venezia Sebastiano Venier che ha sconfitto i turchi durante la battaglia di Lepanto del 1571 al più recente Luca Traini, autore della sparatoria contro gli immigrati a Macerata nel febbraio del 2018.


Il manifesto del terrorista

Ma chi è Brenton Tarrant? L’attentatore australiano non ha mai fatto mistero delle sue idee, tanto che su Twitter ha reso pubblico il suo manifesto ideologico: The Great Replacement. la grande sostituzione. Il titolo prende spunto da una teoria cospirazionista, spesso abbracciata da partiti di estrema testa, che sostiene che la popolazione europea cristiana e più in generale occidentale sia sistematicamente rimpiazzata da persone provenienti in particolare dal Medio Oriente e dall’Africa sub-sahariana attraverso migrazioni di massa. Nelle 74 pagine del manifesto, Tarrant si riferisce al calo di fertilità e all’invasione demografica di popoli non europei definendo il fenomeno un «genocidio bianco» a cui bisogna reagire «reprimendo l’immigrazione e deportando gli invasori che stanno vivendo sul nostro territorio. Non è una questione di prosperità», scrive, «ma una questione di sopravvivenza per la nostra popolazione». Uno scontro di civiltà dunque quello che Tarrant vede nei cambiamenti demografici in atto in tutto il mondo.


«Avevo poco interesse per la scuola»

Nel manifesto Tarrant si presenta come un ragazzo semplice «un uomo bianco ordinario di 28 anni, nato in Australia da una famiglia operaia». «Avevo poco interesse per la scuola», dichiara, «non sono mai andato all’università e non ho mai avuto alcun interesse in nessun titolo di studio tradizionale». Tarrant ribadisce di essere solo un «semplice uomo bianco che ha deciso di prendere posizione per garantire il futuro della nostra popolazione». Perché hai deciso di condurre questo attacco? Una domanda rivolta a se stesso a cui Tarrant risponde ribadendo il pericolo posto dagli «invasori». «La nostra terra non sarà mai la loro terra», scrive. «Voglio vendicare le migliaia di vittime perse a causa di attentati terroristici nel corso della storia europea». «Voglio vendicarmi dei milioni di europei ridotti in schiavitù a cui sono state rubate le terre dai mercanti di schiavi islamici».

In particolare, ad aver scatenato la reazione di Tarrant e la sua voglia di vendetta sarebbe stata la morte di Ebba Akerlund, la bambina svedese uccisa durante un attentato di matrice islamica a Stoccolma il 7 aprile del 2017. Ma gli scopi di Tarrant vanno ben oltre. Oltre alla vendetta, l’australiano dichiara di voler «incitare violenza, e di voler dividere ulteriormente i cittadini europei dagli invasori che stanno occupando il loro territorio». «Voglio creare un’atmosfera di paura e di cambiamento dove portare una rivoluzione drastica e potente». L’attacco di Tarrant è diretto in particolare alla Turchia e ai turchi. Condanna la Nato per aver permesso alla Turchia di far parte del suo esercito e invoca un’espulsione di Ankara e un’unione militare europea per sconfiggere i turchi.

Alla domanda sul perchè abbia scelto in particolare questa moschea per Tarrant la risposta è ovvia: «Sono un gruppo visibile di persone, un largo gruppo di invasori di una cultura con un tasso di fertilità molto alto. Vogliono occupare le terre dei miei compatrioti e rimpiazzare etnicamente la mia popolazione». Nel manifesto afferma di non far parte di nessun gruppo ma di aver contattato l’ordine «dei cavalieri dei templari» per una benedizione e supporto. Perché la Nuova Zelanda? «Nessun luogo è sicuro, un attacco in Nuova Zelanda avrebbe dimostrato che non c’è posto sicuro dove andare».