Verona, il capogruppo leghista si dimette: «Il Congresso della Famiglia è imbarazzante»

Mauro Bonato ha lasciato il suo incarico di capogruppo al consiglio Comunale. «La Lega è nata per ottenere l’autonomia delle regioni, non per sindacare su temi etici o familiari. Se va avanti così come vuole Pillon torneremo a tempi antichi dove le donne fanno solo le schiave degli uomini»
 

Mauro Bonato, consigliere leghista del Comune di Verona, ha voluto gridare forte e chiaro il suo dissenso al congresso Mondiale della Famiglia organizzato nella sua città. E l’ha fatto dimettendosi venerdì 8 marzo dal suo incarico di capogruppo della Lega. «Trovo agghiaccianti le parole dei relatori. Non possiamo accettare che salga sul palco chi equiparaomosessualità e satanismo». Ilriferimento èalla scrittrice Silvana de Mari, relatrice dell’evento e condannata dal tribunale di Torino per le sue affermazioni contro la comunità LGBTQI+. «Se il ministro Fontana voleva organizzarequesto raduno tra i suoi fan allora avrebbe dovuto farlo senza i loghi del Comune e della Provincia», afferma Bonato.


Il consigliere fa parte della vecchia guardia della Lega, «quella nata per ottenere l’autonomia delle regioni, non per sindacare su temi etici o familiari». Eletto in Parlamento nel 1992, poi due volte sindaco della suo paese in provincia di Verona, Bonato afferma di non riconoscersi nella «Lega cattolico-integralista che ha preso il sopravvento qui da noi».Già l’anno scorso Bonato aveva preso una posizione forte quando il consigliere Alberto Zelger aveva affermato che «igay sono una sciagura» e che «le donne hanno un cervello diverso da quello degli uomini, basta leggere gli studi scientifici e guardare come parcheggiano le auto». Allora, Bonato era riuscito a portare all’ordine del giorno in consiglio Comunale una mozione contro il Consigliere per le sue dichiarazioni scandalose. Espulso dalla Lega per dissidi interni, Bonato era rimasto comunque a far parte della coalizione leghista in Comune.


«Vogliono rendere Verona la culla del Medioevo, ma Verona non lo merita – spiega a Open Bonato- Verona è una città di accoglienza». Il leghista dissidente, che preferisce definirsi uno «spirito libero» resterà comunque in consiglio comunale,dove conta di «dare fastidio» alle correnti reazionarie, didisturbare chi vuole fare passi indietro sui diritti di donne e omosessuali. «Perché se va avanti così come vuole Pillon le donne non faranno più le politiche né le giornaliste, torneremo a tempi antichi dove fanno solo le schiave degli uomini».