Le divisioni che mettono a repentaglio il futuro di Fridays for Future in Italia

A pochi mesi dal suo esordio italiano, l’organizzazione ha due siti, due pagine Facebook e altrettanti account social. Cosa sta succedendo all’interno del movimento?

Fridays for Future, arrivato da poco in Italia, rischia di dividersi. Il movimento natospontaneamente sull'onda delleprotesteportateavanti dell'attivista sedicenne Greta Thunberg, che rimprovera alle classi dirigenti di non fare abbastanza per fronteggiare il cambiamento climatico, adesso si trova davanti a un bivio. Darsi un'identità forte e una struttura organizzativa chiara, oppure lasciare che ognuno vada per la sua strada, ritrovandosi magari in qualche piazzail venerdì per scioperare di nuovo, con il rischio evidente che il movimento possa spegnersi nel nulla.


Attualmente esistono due pagine ufficiali: «Fridays for Future Italy» e«Fridays for Future Italia». La prima pagina esiste da più tempo: è stata creata a inizio gennaio, proprio quando il movimento cominciava a prendere piede in Italia ed erano pochedecine gli attivisti che venerdì scioperavano per il clima. A Milano il 15 marzo erano circa 100 mila. Adesso è gestita principalmente da Luca Polidori, un ragazzo italiano che vive a Bruxelles.


Le divisioni che mettono a repentaglio il futuro di Fridays for Future in Italia foto 2

La seconda invece è stata creata il 14 marzo, il giorno prima dello sciopero globale per il futuro, ed è gestita da alcuni esponenti del movimentoche dicono di far parte del Comitato di coordinamento nazionale. Due pagine Facebook, entrambe vogliono parlare a nome dell'intero movimento nazionale. Due pagine, due account Twittere Instagram e ancheanche due siti web: FridaysforFutureItalia e FridaysforFuture.E da oggi anche due movimenti, visto che gli organizzatori di una delle pagine Facebook (Fridays for Future – Italy), la prima, hanno lanciato una nuova iniziativa:Futuro Verde, per cavalcare l'onda di entusiasmo esplosa lo scorso venerdì in tante piazze italiane.

Le divisioni che mettono a repentaglio il futuro di Fridays for Future in Italia foto 1

Ilmodo in cui è stata creata la nuova pagina del movimento fa capire che il divorzio non è stato del tutto amichevole: il lancio della seconda pagina Facebook«Fridays for Future Italia» è stato accompagnato, infatti,da un comunicato stampa che denunciava un hackeraggioe l'estromissione degli amministratori della pagine Facebook e Instagram del movimento. Parlava inoltre di«inganno»e«tradimento» da parte di un membro del movimento, accuse e recriminazioni che continuano a rimbalzare sulle pagine socialdei movimenti. Luca Polidori, raggiunto al telefono da Open, ha confermato lo scisma interno e il cambio nella gestione della pagina Facebook originale, sostenendo però che non esiste un Comitato di coordinamento nazionale. I gestori della seconda pagina hanno preferito non commentare.

COMUNICATONUOVO SITO E CANALI SOCIAL di Fridays For Future Italia!Nella notte tra l’8 e il 9 marzo, a causa di un…

Pubblicato da Fridays For Future Italia su Giovedì 14 marzo 2019

Le divisioni che mettono a repentaglio il futuro di Fridays for Future in Italia foto 3

Il problema quindi non è soltanto organizzativo, ma anche di credibilità. Il Movimento ha una grande responsabilità. È riuscito laddove i movimenti ambientalisti italiani fallivano da tempo, galvanizzandouna nuova generazione di ragazzi attorno a uno dei temi fondamentali della nostra epoca, il riscaldamento globale e tutte le conseguenze che esso comporta: perdità di biodiversità, eventi climatici estremi emessa in pericolo della filiera agroalimentare.

Sono riusciti a farsi notare dai partiti come anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Può essere giusto rimanere apartitici per non tagliare fuori nessuno, perché dopotutto la crisi ambientale è un problema che riguarda tutti. Non è necessario neppure creare un'unica organizzazione – dopotutto nessuno può rivendicare il monopolio dell'hashtag Fridays for Future – sempre che il movimento non sparisca nel nulla. L'importante è non cadere nel fazionalismo e non cedere alle rivalità interne. È così che vorrebbe Greta.

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