Libere 100 balene nel mare di Okhotsk, la vittoria degli ambientalisti russi

Novecentomila firme raccolte su Change.org e una battaglia che va avanti da mesi. Alla fine il governo russo ha dato l’okay alla liberazione dei cetacei. Ma il loro reinserimento in natura richiederà molto tempo

Dopo mesi di sforzi e petizioni, gli ambientalisti – capitanati dall’attore Leonardo di Caprio – hanno vinto la battaglia per liberare decine di balene e restituirle alla libertà del mare.


La scoperta era stata fatta a novembre, grazie all’inchiesta di due giornali russi, Novaya Gazeta e VL, che avevano documentato l’esistenza di vere e proprie prigioni per balene nella città di Nakhodka. I giornalisti avevano scoperto come i permessi per catturare le balene fossero stati emessi illegalmente, anche perché le leggi vigenti in Russia vietano la cattura di cetacei da gruppi con esemplari neonati.


Libere 100 balene nel mare di Okhotsk, la vittoria degli ambientalisti russi capitanati da Di Caprio foto 1La prigione per balene nella Russia orientale

Il ministro russo dell’Ambiente, Dmitri N. Kobylkin, ha già dato il via libera all’operazione. Le 100 balene erano state catturate nel mare di Okhotsk e nell’estuario dell’Amur, e costrette a una quarantena di almeno trenta giorni, nella Baia di Srednyaya, nella Russia orientale.

L’annuncio ufficiale è arrivato dopo mesi di pressioni su Mosca da parte degli ambientalisti di tutto il mondo, mobilitati da fine 2018 per salvare i cetacei prima che fossero venduti ad acquari cinesi. Per l’acquisto di un’orca i parchi marini cinesi pagano fino a 3,5 milioni di dollari, e 150 mila per un beluga. Dal 2013 al 2017 la Russia ha esportato in Cina 15 orche.

«Non c’è mai stata una situazione come questa, la nostra priorità è la salute delle. Ogni animale è un individuo e va trattato come tale» ha spiegato Kobylkin precisando che negli ultimi 20 anni le balene catturate sono state rilasciate singolarmente o in piccoli gruppi, ma mai un numero così grande di cetacei era stato tenuto prigioniero. In tutto si tratta di 87 beluga e 11 orche, alcune con piccoli appena nati, rinchiusi in uno spazio marino recintato di poche centinaia di metri.

Per valutare tempi e modalità circa la liberazione dei cetacei dalla prigione delle balene nei pressi di Vladivostok, il governo russo si sta avvalendo delle competenze di Jean-Michel Cousteau, figlio del famoso oceanografo francese Jacques Cousteau. Ieri l’esperto degli oceani ha avuto un incontro col ministro Kobylkin, al termine del quale è stata confermata l’attesa notizia della rimessa in libertà dei cetacei.

Ma reinserirli in natura non sarà facile: «Se le barriere fossero aperte oggi, le loro capacità di sopravvivere da soli sarebbero davvero limitate. L’idea – secondo l’esperto –  è quella di provare a rilasciarli nel punto più vicino al luogo in cui sono stati catturati in modo che possano ritrovare la propria famiglia e che i cetacei più giovani siano aiutati da quelli adulti», un processo che andrà compiuto il modo graduale e che potrebbe richiedere anni.

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