La madre di Stefano Cucchi: «Il corpo di mio figlio aveva già parlato»

​​​​​​​Le deposizioni del carabiniere Tedesco hanno dato una direzione decisa alle indagini sulla morte del giovane geometra. La madre Rita: «Ogni volta che penso a lui lo ricordo con il sorriso. Ora glielo hanno tolto, e per questo una madre non si può dare pace»

«Stefano è stato pestato. È morto per quello, dentro quattro mura dello Stato». Sono le parole della madre di Stefano Cucchi, Rita Calore, che si apre ai microfoni di Rai-Radio 1 a due giorni dalle dichiarazioni di Francesco Tedesco in merito alla morte del figlio. 


«Finalmente la verità è uscita fuori. Anche se quella verità noi la sapevamo, perché il corpo di Stefano aveva già parlato». Insieme all’altra figlia Ilaria, Rita ha sopportato per 10 anni le resistenze di una verità che non riusciva a venire a galla. Dopo le parole di uno dei carabinieri presenti al momento dei fatti, il treno sembra procedere verso la fine del tunnel. «Adesso aspettiamo giustizia», ha detto. 


Riferendosi alla lettera del Generale Giovanni Nistri, attraverso la quale il comandante dell’Arma dei Carabinieri ha espresso la volontà di costituirsi parte civile nel processo, Rita ha detto: «Ci ha aperto il cuore. È un segnale importante che ci ha fatto un enorme piacere. E non è giusto che per qualcuno che si è comportato male e non è degno di indossare la divisa venga penalizzato tutto il corpo».

Durante l’intervista condotta da Bruno Sokolowicz, Rita ha colto l’occasione per ricordare il figlio, morto in cause sospette dopo essere stato fermato per possesso di qualche grammo di erba. «Stefano era un ragazzo sempre allegro. Ogni volta che penso a lui lo ricordo con il sorriso. Ora glielo hanno tolto, per sempre. E a questo una madre non si può dare pace».

«E la morte che ha fatto poi, per cosa?», ha concluso. «Per 20 grammi di erba? No, non è possibile. Stefano aveva sbagliato, avrebbe pagato, ma non con la vita: non si può».

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