Matteo Salvini: «Mia figlia pensa sia il capo della polizia»

Durante il suo intervento al 167esimo anniversario della polizia di Stato, il ministro dell’Interno è tornato anche sul tema delle scorte: «Chi si occupa di sicurezza non deve fare l’autista o l’accompagnatore personale»

«Ragazzi e ragazze, oserei dire colleghi, visto che mia figlia che ha sei anni ritiene che il papà sia il capo della polizia». Lo ha dichiarato Matteo Salvini durante il suo intervento al 167esimo anniversario della polizia di Stato. «Quindi Franco preparati», dice Salvini rivolgendosi a Franco Gabrielli, Capo della Polizia, «però conto di fare il ministro ancora per un po’». «Mai nella vita avrei pensato di essere al Pincio e di avere l’onore e la responsabilità di quello che accade in questo splendido Paese», ha dichiarato il ministro dell’Interno. «È un onore, sono orgoglioso di incontrarvi quotidianamente, lo dimostro con i fatti, lo dimostriamo con i fatti». Il vicepremier della Lega ha anche ricordato l’ex Presidente del Consiglio dei ministri: «De Gasperi ricordava come uno statista non guardi alle prossime elezioni, ma alle prossime generazioni».


Parlando dei due miliardi e mezzo stanziati per le nuove assunzioni Salvini ha ribadito che: «Se si ragiona a breve periodo non si fa un buon servizio a questo Paese». Il ministro dell’Interno ha affrontato anche il tema delle scorte, chiarendo che il sistema va rivisto con «valutazioni oggettive», perché bisogna «difendere chi va difeso», ma chi si occupa di sicurezza «non deve fare l’autista o l’accompagnatore personale». Salvini ha sottolineato che «il dovere di un ministro è non solo intervenire alle celebrazioni, ma lasciare un segno concreto per i prossimi anni per poter operare meglio».


Credits: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev