Pavia, candidato comunale del Pd chiede scusa per aver postato la foto di Salvini a testa in giù

Dopo il botta e risposta tra Ottavio Giulio Rizzo e il leader della Lega, che ha annunciato querele, il candidato Pd chiede scusa in una lettera

Benito Mussolini da un lato, Matteo Salvini dall’altro. Entrambi a testa in giù, con riferimento a piazzale Loreto. È la foto postata – e poi cancellata – su Facebook da Ottavio Giulio Rizzo, candidato comunale del Pd a Pavia. Rizzo accompagna con questa foto la condivisione di un articolo di Tpi sulla polemica seguita alla decisione di Salvini di parlare dal balcone del palazzo comunale di Forlì, lo stesso dal quale Mussolini tenne vari comizi.


A rilanciare l’immagine, ma per annunciare querela, è proprio il titolare del Viminale su Twitter. «Finalmenteeee! Era ora Matteo! Basta coi bacioni! Devi toccarli nel portafoglio!», twitta, tra gli altri, un suo sostenitore. Ora parò da Rizzo arrivano le scuse, in una lettera pubblicata sulla Provincia Pavese.


Il post di Rizzo

«Oh, se ci tiene tanto a rievocarlo, tenga presente che piazzale Loreto verrà finalmente trasformata in una piazza pedonale», aveva scritto Rizzo – che lavora come ricercatore all’università di Milano – sul post, poi rimosso, che accompagnava la foto. 

La replica di Salvini

«Post di candidato ”democratico” a Pavia. Bacioni e querela, buona domenica agli amici del Pd», risponde su Twitter il leader della Lega. Rizzo ha risposto in giornata sempre via social: «Non auspico l’impiccagione di chicchessia, non fosse per il banalissimo punto che le sentenze capitali sono contrarie all’ordinamento costituzionale nonché all’insegnamento della Chiesa», scrive il rappresentante del Partito Democratico.

https://twitter.com/statuses/1124953981963386881

Salvini, prosegue, «per tirar su un mezzo punto percentuale in più oltrepassa il limite che un uomo politico dovrebbe tenere invece sempre ben fermo: va a solleticare gli istinti dei nostalgici del, come lo definiva il Gran Lombardo, luetico ed eredoluetico. Ed è a questo punto che qualsiasi italiano, essere di destra o di sinistra non c’entra nulla, dovrebbe avere come dovere civile la replica indignata, dice ancora Rizzo. Salvini stia lontano dal rievocare la memoria di Mussolini, e tutti staranno lontani dal rammentargli la giusta (per il contesto storico dell’aprile 1945) fine di Mussolini».

«Usare il balcone del Municipio su piazza Saffi per parlare a una platea di un comizio sembra scimmiottare le adunate anteguerra del regime», aveva detto il sindaco di Forlì, Davide Drei. «Cosa che per Forlì, che ha nella sua piazza principale un luogo di rispetto e memoria per i partigiani che qui vennero impiccati e per il sacrario alle vittime della guerra, è semplicemente inaccettabile».

Le scuse

Un giorno dopo il post incriminato, ecco arrivare le scuse dell’autore, Ottavio Rizzo, che sul quotidiano La Provincia pavese scrive una lettera aperta indirizzata al ministro dell’Interno: «Non ho mai augurato in vita mia la morte a nessuno, nè ho mai avuto intenzione di fare affermazioni o scrivere documenti che potessero essere interpretati in tal senso», scrive, proseguendo con un’ammissione di colpa: «Ho scritto un post dai toni molto forti e inopportuni». Alla fine Rizzo si rivolge direttamente a Salvini: «Se il ministro si ritiene offeso dal mio post mi scuso qui e ora per iscritto e sono disponibile a farlo anche di persona quando verrà a Pavia nei prossimi giorni».

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