Scontri tra Gaza e Israele: raggiunto il cessate il fuoco

Tra le vittime palestinesi anche una donna incinta di otto mesi e la sua bambina di 14 mesi. Ma Israele smentisce: «È colpa di Hamas»

Alle 4.30, ora locale, è iniziato il cessate il fuoco, mediato dall’Egitto, tra Israele e Hamas. In due giorni sono stati lanciati 600 razzi contro Israele, a cui l’esercito ha risposto colpendo centinaia di obiettivi nella striscia di Gaza. La ripresa degli attacchi avrebbe provocato finora la morte di quattro israeliani e di ventitré palestinesi, tra cui due donne incinte e due neonati. 


L’azione, secondo fonti di Hamas interpellate da Haaretz, sarebbe stata scatenata dalla lentezza e dalla reticenza di Israele nell’implementare gli accordi raggiunti con le autorità politiche di Gaza. Hamas e il gruppo armato Jihad Palestinese Islamica hanno continuato a lanciare razzi fino alla notte di domenica. 


Tra le vittime palestinesi, anche otto membri di Hamas tra cui un comandante, ucciso in quello che è stato uno dei primi omicidi mirati commessi da Israele nella striscia di Gaza da anni. I quattro israeliani uccisi rappresentano il più alto numero di vittime dal 2014, quando scoppiò la guerra dei 50 giorni. In operazioni precedenti, Israele aveva cercato di evitare le vittime civili telefonando agli abitanti di un edificio prima di bombardarlo. 

Spesso gli scontri tra Israele e Palestina vengono scatenati da incidenti che fanno salire la tensione. Venerdì, due membri di milizie palestinesi hanno aperto il fuoco attraverso il confine con Israele, ferendo due israeliani. Tel Aviv ha risposto uccidendo due miliziani di Hamas. I cecchini di Israele hanno anche ucciso due persone a Gaza, che stavano manifestando vicino al confine. 

Il supporto internazionale 

Dagli Stati Uniti è arrivato pieno sostegno a Tel Aviv: «Chiediamo ai responsabili della violenza di cessare immediatamente questa aggressione. Siamo a fianco di Israele e sosteniamo pienamente il suo diritto all’autodifesa contro questi attacchi aberranti», si legge in una nota del portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Morgan Ortagus. Anche il Presidente statunitense Donald Trump si è dichiarato su Twitter «Al 100% in difesa di Israele». 

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Il presidente turco Erdogan ha detto invece che «la Turchia e l’agenzia Anadolu continueranno a denunciare al mondo il terrorismo israeliano e le atrocità compiute a Gaza». I bombardamenti israeliani hanno anche raso al suolo un edificio che conteneva l’ufficio dell’agenzia stampa governativa turca a Gaza. Un attacco che il presidente Erdogan ha definito: «Un atto di terrorismo». 

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«De-escalation necessaria» 

L’escalation tra la Striscia di Gaza e Israele arriva a un mese dalle elezioni generali che hanno visto la riconferma di Netanyahu come primo ministro del Paese per la quinta volta consecutiva.

Il rischio, ora, è quello di riaprire il conflitto, mai terminato, tra le due parti e di provocare molte vittime. «Il lancio di razzi da Gaza verso Israele deve cessare immediatamente. Una de-escalation di questa situazione pericolosa è urgente e necessaria per accertare che vengano protette le vite dei civili», ha detto la portavoce dell’Unione europea per la politica estera, Maja Kocijancic.

Anche l’inviato Onu per il Medio Oriente Nickolay Mladenov ha fatto sapere di essere in contatto con Israele, Hamas e l’Egitto per raggiungere un cessate il fuoco a Gaza. L’escalation di violenza è ripresa con l’avvicinarsi delle celebrazioni del giorno dell’Indipendenza (il 14 maggio 1948 fu proclamato lo Stato di Israele) e dell’Eurovision, il concorso a cui partecipano artisti internazionali che quest’anno sarà organizzato a Tel Aviv.

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