La nuova Tangentopoli lombarda: Lara Comi indagata per finanziamento illecito

La candidata alle europee di Forza Italia avrebbe ottenuto una finta consulenza da 31mila euro dal presidente della Confindustria Marco Bonometti

Si allarga il numero degli indagati (sono poco meno di cento) nell’inchiesta per corruzione che ha colpito esponenti illustri di Forza Italia in Lombardia, funzionari pubblici e imprenditori. L’ultimo nome nell’elenco è quello di Lara Comi, candidata alle prossime elezioni europee con Forza Italia che – secondo i magistrati – avrebbe ricevuto un finanziamento illecito da Marco Bonometti, bresciano e presidente di Confindustria Lombardia, a sua volta indagato. Bonometti, ascoltato martedì 14 maggio dal pm Adriano Scudieri come persona informata sui fatti, avrebbe versato a Comi 31 mila euro in cambio – scrive il quotidiano la Repubblica – di un testo di poche pagine che risulterebbe scaricabile anche dai siti di tesi di laurea. I pm sospettano che possa trattarsi di una finta consulenza.


La fattura contestata a Bonometti è stata emessa da Omr holding, la società di cui l’industriale è presidente, nei confronti di un’altra società, laPremium consulting srl, tra i cui soci figura Lara Comi. I 31 mila euro, secondo gli inquirenti, sarebbero stati versati in due tranche da circa 15 mila euro. I pm stanno indagando anche su un altro presunto episodio sospetto che riguarderebbe Lara Comi: una finta consulenza da 38 mila euro ottenuta da una società riconducibile alla candidata tramite Gioacchino Caianiello, l’ex coordinatore di Forza Italia a Varese, arrestato con l’accusa di essere il burattinaio del”sistema” di cui parlano i magistrati


La solidarietà di Fontana a Bonometti

«Umanamente sono dispiaciuto perché Bonometti è una persona che stimo», ha commentato Attilio Fontana, a sua volta indagato per il reato di abuso d’ufficio. Il governatore è accusato di aver favorito Luca Marsico – suo socio in uno studio legale ed ex consigliere regionale di Forza Italia – per un incarico in Regione, per il quale era stato lanciato un avviso pubblico aperto a 60 candidati. Incarico che Marsico ha poi effettivamente ottenuto.

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