A Rimini la classe composta al 100% da studenti non italiani

Secondo la preside dell’Istituto “L. Ferrari”, i genitori italiani «sono spaventati dall’idea che l’educazione dei loro figli potrebbe risentirne»

La scuola elementare "Luigi Ferrari" di Rimini è l'emblema di Borgo Marina, il quartiere della città in cui si trova, poco distante dalla Stazione ferroviaria. È da sempre un istituto multietnico, ma quest'anno, per la prima volta, la prima elementare sarà composta al 100% da bambini di origine non italiana.


«Una scelta obbligata», ha spiegato la preside Lorella Camporesi al Corriere Romagna, «poiché non c’erano italiani in lista per l’iscrizione. I genitori riminesi iscrivono i bambini in altre scuole». E così, la "L. Ferrari" dovrà derogare quella che è la normativa vigente sulle percentuali degli alunni frequentanti, che stabilisce un massimo di studenti stranierei pari al 30%.


«I genitori dei bambini italiani spesso non vengono nemmeno agli open day della Ferrari», spiega ancora Camporesi. «Leggono i nomi dei possibili compagni dei figli, e accorgendosi che sono quasi tutti stranieri, decidono di fare l’iscrizione in altre scuole».

Come fa notare la preside, il giudizio è molto spesso affrettato. Oltre al grande vantaggio che la commistione culturale può apportare alla formazione dei bambini, molto spesso i ragazzi dai nomi e cognomi stranieri sono nati in Italia e parlano perfettamente anche il dialetto romagnolo.

Il caso dei 15 alunni della prima elementare 2018-2019, tutti di cittadinanza italiana, non conoscono però perfettamente la lingua a causa del recente arrivo delle famiglie in Italia: «È un caso effettivamente singolare», ha dichiarato la Camporesi. «In quella classe specifica, o i bambini provengono da famiglie appena trasferitesi, oppure non hanno frequentato la scuola dell’infanzia, e di conseguenza non hanno avuto modo di familiarizzare con l’italiano».

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