Sea Watch, il Viminale autorizza lo sbarco di 7 bambini coi genitori e di un ferito

Lo sbarco è stato autorizzato per 18 dei 65 migranti. Il M5s: «Finito il celodurismo, da porti chiusi a porti aperti». Salvini: «Sono ministro e padre, non metto a rischio nessuna vita». La procura di Agrigento ha aperto un fascicolo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina

Via libera del Viminaleallo sbarco a Lampedusa di 18 persone a bordo della nave Sea Watch 3. Si tratta di bambini accompagnati dai loro genitori e di una migrante ferita. A renderlo noto in un tweet è la stessa Ong che ha evidenziato che «il trasbordo sulla motovedetta della Guardia costiera è in corso». Intanto, la procura di Agrigento ha aperto un fascicolo per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, attualmente a carico di ignoti.


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Èuna reazione ironica quella che rimbalza sugli smartphone degli esponenti del Movimento 5 Stelle dopo la decisione del Viminale.«Èpassato dal celodurismo al celopiccolo in poche ore. Altro che porti chiusi…», ironizza Michele Gubitosa, parlamentare grillino. Una battuta che poi viene condivisa anche dai colleghi di Camera e Senato. «Ci sono un ustionato, dei minori, due neonati – ha replicato il ministro dell'Interno Matteo Salvini -.Io sono ministro e padre, ovviamentenon metto a rischio nessuna vita».

La vicenda

La nave è rimasta dal 15 maggio al limite delle acque territoriali italianecon a bordo 65 migranti, tra cui due neonati, un disabile e diversi ustionatigravi. Diretta verso Lampedusa, la nave è stata diffidata dalla Guardia di finanza e dalla Capitaneria di portoche hanno raggiunto la nave prima che potesse entrare in acque italiane.

Dopo che il ministro dell'Interno ha definito i soccorritori dell'ong«scafisti», il Viminale ha confermato la linea dura sulla Sea Watch.La nave, secondo fonti del Ministero,ha ricevuto indicazioni di fare rotta verso la Tunisia.

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La nave ong, secondo quantoriporta l'agenziaAdnkronos, da alcune ore "pendola",facendo zig zag in attesa di ulteriori sviluppi. Proprio ieri – 16 maggio -il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha firmato la direttiva che vieta alla Sea Watch l'ingresso in acque italiane.

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La posizione di Matteo Salvini

L'impasse si è venuto a creare – come è accaduto spesso dall'insediamento del Governo Conte – a causa dello stop del ministro dell'Interno Salvini e delrifiuto di altri Paesi europei di farsi carico dell'accoglienza. Lo stesso Salvini ribadisce nella mattinata del 17 maggio la chiusura dei porti: «Erano prima in acque libiche e poi in acque maltesi, ma mettendo a rischio la vita degli immigrati a bordo vogliono a tutti i costi arrivare in Italia. Questi non sono soccorritori ma scafisti e come tali verranno trattati. Per i trafficanti di esseri umani i porti italiani sono e rimangono chiusi».

Per poi tornare di nuovo sulla questione:«La nave della Sea Watch che ha raccolto decine di immigrati nelle acque libiche e vuole arrivare in Italia? La risposta èno, no, no. E non c'è presidente del Consiglio che tenga, ministro dei Cinque stelle che tenga: in Italia i trafficanti di esseri umani non arrivano più».

La replica di Luigi Di Maio

Di Maio, in risposta a Matteo Salvini, ha detto:«Dalle continue dichiarazioni che escono è evidente che c'è chi vuole alzare il livello di scontro. Non c'è molto da aggiungere rispetto agli attacchi al presidente del Consiglio, che ha tutto il sostegno mio e del governo. Dico solo che per la legge dei grandi numeri, se tutti pensano una cosa e c'è un singolo contrario, forse ha torto il singolo». Per poi aggiungere:«Di uomini soli al comando ne abbiamo già avuti e in Italia non ne sentiamo certo la mancanza».

La Sea Watch in cerca di un porto dove approdare

Alle ore 11 circa del 17 Maggio il comandante della nave Arturo Centore riferisce all'agenzia Ansa:«Siamo a 15 miglia da Lampedusa, a bordo abbiamo 65 persone, alcune disidratate, e alcuni bambini piccoli. Le condizioni meteo sono cattive». La nave ora si trova dunque fuori dalle acque territoriali italiane. A bordo anche 22 uomini dell'equipaggio tra cui 4 medici.

Una situazione che la Sea Watch aveva già vissuto all'inizio del 2019, quando 47 migranti dovettero aspettare due settimane prima di essere sbarcati a Catania e distribuiti tra i Paesi europei disponibili. Questa volta i naufraghi sono 65 e le loro condizioni, fa sapere l'equipaggio della ong, non sono buone: ustionati, disidratati, costretti a dormire in spazi angusti.

Quello della Sea Watch non è l'unico fronte aperto a Lampedusa, dove sono arrivati anchei pm della procura di Agrigento che oggi – 17 maggio – interrogheranno il comandante e il capo missione della Mare Jonio, che è sotto sequestro dopo lo sbarco dei giorni scorsi.

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