Lettera dell’Onu al governo: «Il decreto sicurezza bis viola i diritti umani»

Lo scorso 15 maggio Beatriz Balbin, capo delle Procedure speciali dell’Alto commissariato per i diritti umani, ha inviato una lettera all’ambasciatore italiano all’Onu Gian Lorenzo Cornado

Attacco durissimo alle circolari del Viminale sul salvataggio in mare. Non solo: l’Onu chiede di interrompere l’approvazione del decreto bis che lunedì 20 maggio Matteo Salvini dovrebbe portare in Consiglio dei ministri. L’Alto commissariato dell’Onu per i diritti umani ha scritto una lettera di 12 pagine al governo italiano in cui critica le direttive emanate dal ministero dell’Interno per vietare l’accesso delle navi Ong ai porti italiani.


Il contenuto del testo è stato scritto da Beatriz Balbin, a capo delle Procedure specialidell’Alto commissariato per i diritti umani. La lettera è stata inviatail 15 maggio all’ambasciatore italiano all’Onu Gian Lorenzo Cornado affinché venisse trasmessa al ministro italiano degli Esteri Enzo Moavero Milanesi.


«La nuova direttiva», si legge nel testo, «ha la potenzialità di colpire significativamente i diritti umani dei migranti, tra cui le persone alla ricerca di asilo politico e vittime, o vittime potenziali di detenzione arbitraria, tortura, traffico di essere umani e altre serie violazioni dei diritti umani».

Non solo: fomenterebbe il clima di xenofobia e di intolleranza. La direttiva rappresenterebbe «l’ennesimo tentativo di criminalizzare le operazioni ‘search and rescuè delle organizzazioni civili». E la Libia, conferma ancora una volta l’Onu, non è affatto un posto sicuro.

Mare Jonio

La lettera (qui il testo integrale) contiene il riferimento esplicito alla Mare Jonio, la nave della ong Mediterranea Saving Humans: «Ci sono ragionevoli elementi per ritenere che la direttiva sia stata emanata per colpire direttamente la Mare Jonio, vietandole l’accesso alle acque e ai porti italiani».

Il riferimento di Balbin è alla direttiva del 15 aprile dove la Jonio «viene accusata esplicitamentedi favorire l’immigrazione clandestina. Siamo profondamente preoccupati per queste direttive che non sono basate su alcuna sentenza della competente autorità giuridica».

Lettera dell'Onu al governo: «Il decreto sicurezza bis viola i diritti umani» foto 1

La violazione del principio di non respingimento

L’Onu sottolinea anche come la direttiva del ministro dell’Interno e il trasferimento delle mansioni di salvataggio alla guardia costiera libica possano portare alla violazione del principio di non respingimento (non refoulement).

Secondo questo principio, stabilito dalla convenzione di Ginevra, nessuno può essere deportato o trasferito in un territorio in cui la sua vita e la sualibertà siano minacciate.«Èstato ampiamente documentato in diversi report dell’Onu che i migranti in Libia sono soggetti ad abusi, torture, omicidi e stupri – scrive l’Alto commissariato – quindi la Libia non può essere considerata un porto sicuro per lo sbarco».

No alla direttiva bis

Sono diverse le richieste avanzata dalle Nazioni Unite alla fine della lettera, arrivata anche sul tavolo del ministero degli Interni di Matteo Salvini: «Ritirate la direttiva del Viminale del 15 aprile, che colpisce specificatamente la Mare Jonio».

La seconda: «Fermate immediatamente il processo di approvazione del decreto sicurezza bis». Quello, per capirsi, che vorrebbe introdurre maxi multe per le ong che salvano i migranti».Parole positive vengono invece indirizzate alle forze navali italiane, per il loro impegno nei soccorsi in mare.

Enzo Moavero Milanesi conferma la ricezione della lettera e spiega che «riceverà da parte del Governo la dovuta attenzione, in coerenza con il tradizionale rispetto degli impegni internazionali e dell’assoluta tutela dei diritti umani».

La missiva, conferma ancora la Farnesina, «contiene una richiesta di chiarimenti circa due recenti direttive del Ministero dell’Interno in materia di sicurezza delle frontiere e di immigrazione illegale; inoltre, esprime alcuni rilievi di preoccupazione con riguardo alla bozza del cosiddetto ‘decreto sicurezza bis‘, non ancora discusso dal Consiglio dei Ministri».

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