Europee 2019, bilancio amaro di Di Maio: «Colpa dell’astensione»

Il Movimento 5 Stelle ha ottenuto il peggior risultato di sempre. Non stiamo facendo i 100 metri, ma la maratona. «Dobbiamo tornare ad ascoltare chi ha deciso di restare a casa», dice il vicepremier

«Colpa dell’astensione». Ma il governo «va avanti». Luigi Di Maio, capo politico del Movimento 5 Stelle è, per queste elezioni europee, il vero sconfitto: l’M5s ottiene il peggior risultato di sempre, il 17,04%, e diventa il terzo partito italiano, sorpassato dal Pd. E il leader affida le sue reazioni al Corriere della Sera. Nella notte, alla Camera dei deputati dove avevano scelto di seguire lo spoglio, i 5 Stelle non hanno fatto dichiarazioni, optando per uscite laterali pur di evitare i tanti cronisti. La sconfitta è generale, neanche agli alleati in Europa va bene. Di Maio dichiarerà nel pomeriggio, come reso noto dal suo ufficio stampa, a margine del tavolo convocato per la crisi di Mercatone Uno.


«Il Governo va avanti»

Non è certo soddisfatto del risultato, il vice presidente del Consiglio. «Prendo atto che la nostra gente si è astenuta e attende risposte e noi queste risposte gliele vogliamo dare», dice il vicepremier. Non è certo il primo momento di difficoltà attraversato dai grillini, aggiunge. «Sapremo uscirne come sempre». Rivendica il ruolo di «ago della bilancia» del M5S e ripete le parole già consegnate ai suoi elettori in occasione della chiusura della campagna elettorale a Roma: «Non stiamo facendo i 100 metri ma la maratona». La linea, insomma, è seguire quanto tracciato proprio la sera del 24 maggio in una non affollatissima piazza Bocca della Verità a Roma. Gli errori sono stati individuati in un eccessivo silenzio, insieme all’essere forse «troppo puri». «Se questa è una colpa me la prendo», dice il ministro del Lavoro. Non gli scontri e la campagna elettorale «infuocata»: il punto di non ritorno, ripete ancora una volta Luigi Di Maio, è stato il caso Siri: «E non mi pento di aver chiesto le sue dimissioni».


Il rapporto con Salvini

Come già il suo collega di governo Matteo Salvini – ma per tutt’altre ragioni, presumibilmente – anche il leader dei 5 Stelle scandisce ancora una volta che l’esecutivo andrà avanti sulla base del contratto, senza rimpasti, ripartendo da salario minimo, flat tax, provvedimenti per le famiglie, il decreto sicurezza bis tanto caro a Salvini. Con il quale, ammette Di Maio al momento dell’intervista, non si sono ancora sentiti. Chi sceglierà ora il commissario europeo per l’Italia, la Lega? «Insieme», assicura Di Maio. Che annuncia anche novità organizzative, nei prossimi giorni, all’interno del Movimento 5 Stelle. E i suoi detrattori? «Non ci sono detrattori all’interno del Movimento», dice il vicepremier. «Anzi, io credo che siamo riusciti a mostrare compattezza». È la maratona, ripete: «È lunga».

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