Coronavirus. La Svezia e il tasso di mortalità «più alto d’Europa», una notizia vera da prendere con le pinze

Il dato è vero, ma riguarda un periodo limitato nel tempo e non basta per bollare le strategie svedesi come vincenti o perdenti

La Svezia è oggetto di propaganda per le varie fazioni politiche e ideologiche che si sono consolidate durante la pandemia Covid-19. Il motivo? Proprio per come avrebbe gestito l’emergenza, per alcuni la scelta migliore e meno restrittiva e per altri quella sbagliata per il quale si vedranno le conseguenze. Durante la giornata del 20 maggio 2020 si è parlato del tasso di mortalità che ha visto la Svezia primeggiare rispetto a tutte le altri nazioni d’Europa e del mondo. Un fatto vero, ma che va letto per quello che è realmente e preso con le dovute precauzioni.

Per chi ha fretta

La notizia è vera, ma riguarda un dato registrato nei giorni precedenti alla pubblicazione degli articoli pubblicati da testate e diffusi tramite i vari media. Tuttavia si tratta di un dato che non risponde a tante domande e non si potrebbe utilizzare, come per altri dati, per confermare o smentire che le scelte intraprese dal Governo svedese siano state efficaci nell’affrontare l’emergenza del nuovo Coronavirus.

La scelta svedese

Il Governo svedese aveva fornito più che altro delle raccomandazioni e non aveva imposto restrizioni ai propri cittadini come in Italia, ad esempio, e questo aveva dato forza ai sostenitori del «no lockdown» nel nostro paese nonostante non ci fossero evidenze certe per provarne l’efficacia. C’è chi sostiene che in Svezia si poteva fare perché c’è una maggiore fiducia tra istituzioni e cittadini, convinti che questi ultimi siano molto più attenti e rispettosi delle misure di sicurezza durante l’emergenza per potersi auto regolare, una teoria che ha infastidito coloro che non vogliono sentir parlare di «italiani indisciplinati» e via dicendo. Alla fine bisogna considerare i dati.

Ci sono anche altri presunti motivi che avrebbero portato la Svezia a gestire in questo modo la pandemia nel proprio territorio. Oltre alla responsabilità individuale, data appunto ai cittadini, si è parlato dell’obiettivo «immunità di gregge» che si potrebbe ottenere solo se un’alta percentuale della popolazione fosse entrata a contatto con il virus. Un po’ come un enorme «morbillo party», direbbe qualcuno, dove si metterebbero a rischio le vite delle persone che infettandosi non potrebbero sopravvivere mentre altre più fortunate sì.

Ci sarebbe anche la questione economica. Attraverso la mancata «chiusura forzata» le attività commerciali potevano continuare a lavorare, al contrario il Governo avrebbe dovuto affrontare problemi come quelli riscontrati in altri Paesi.

Cosa è cambiato in un mese

A inizio aprile le scelte del Governo svedese erano considerate un esempio da seguire dati i numeri dei contagiati e dei decessi. Tuttavia, i risultati di una strategia non si vedono all’inizio dei lavori e c’è il rischio che qualcosa vada storto.

Il grafico con i dati ufficiali dei contagiati in Svezia.

A distanza di un mese i numeri dei casi sono cresciuti in maniera costante: dai 16 mila casi confermati il 22 aprile si arriva ai 33 mila del 22 maggio, così come i decessi da 1.700 a 3.800 circa.

Il grafico con i dati ufficiali dei decessi giornalieri in Svezia.

Il confronto con altri paesi

In questo paragrafo propongo il «giochino dei grafici» che vengono usati a seconda dei casi. Se vogliamo far vedere, ad esempio, che in Svezia va molto meglio che in Italia o Germania il gioco è abbastanza facile. Ecco il grafico dove mettiamo a confronti questi paesi insieme a Regno Unito, Spagna e Francia:

Il grafico che confronta il numero dei decessi confermati nel Regno Unito, Italia, Spagna, Francia, Germania e Svezia.

Se confrontiamo l’esempio svedese con altri paesi come la Norvegia, la Danimarca, l’Ungheria, la Rep.Ceca o la Russia, la situazione si capovolge a sfavore della Svezia. Il seguente grafico considera sia i grandi paesi europei che i paesi vicini o simili alla Svezia in quanto a numero di abitanti:

Ci sono molte variabili da considerare, come appunto il numero di abitanti. In Svezia si contano circa 10 milioni rispetto ai 5 milioni della Norvegia dove il numero dei decessi è minore. Più è basso il numero di abitanti e più il numero dei decessi deve essere per forza minore? No! Se poniamo a confronto i 10 milioni di svedesi con i circa 9-10 milioni di abitanti in Ungheria il risultato cambia considerevolmente:

Il grafico dei decessi relativi a Svezia, Danimarca, Norvegia, Rep.Ceca, Ungheria e Ucraina.

Escludiamo ora da questi grafici paesi come l’Italia e la Germania. Se osserviamo il numero dei casi confermati di Covid-19, la Svezia rispetto ai suoi vicini registra un aumento costante nel tempo:

Sono stati effettuati più test in Svezia rispetto all’Ungheria o la Danimarca? Una domanda interessante, visto che non sappiamo con certezza quante persone siano state contagiate dal virus nel mondo. In Svezia, al momento, il numero dei test effettuati al giorno ogni mille persone è minore rispetto a quello dei suoi vicini e di altri paesi del continente europeo. Questo dato farebbe insospettire il numero dei contagi accertati che potrebbero essere anche di più.

Test giornalieri Covid-19 ogni mille persone: Svezia, Rep.Ceca, Danimarca, Ungheria, Norvegia, Ucraina e Italia.

Molti sono i tool e i grafici messi a disposizione online per fare i confronti, ma molte cose possono cambiare a seconda di come vengono usati e cosa si vuole raccontare. Inoltre, non sappiamo per certo la situazione reale in mancanza di dati confermati in assoluto, dati che potrebbero cambiare e ribaltare la situazione attuale fino a quando continuerà questo stato di emergenza dovuto alla pandemia.

Il tasso di mortalità

Arriviamo finalmente al tasso di mortalità di cui tanto si parla in questo giorni, un dato calcolabile attraverso il numero dei decessi rispetto alla popolazione del paese. Nel seguente grafico possiamo vedere i dati da marzo al 23 maggio 2020 con i picchi più alti in assoluto, i primatisti nella categoria e altri paesi considerati nei grafici precedenti come Ungheria, Norvegia e Danimarca:

La Svezia, nonostante le sue politiche elogiate o contestate a seconda dei casi, ha veramente superato il tasso di mortalità sia a livello europeo che a livello mondiale secondo i dati pubblicati dal 13 al 19 maggio 2020.

Dai grafici notiamo una diminuzione del tasso di mortalità per paesi come l’Italia e il Regno Unito, così come anche per la Svezia. Di fatto, leggendo questi grafici, notiamo che paesi che non hanno applicato la stessa strategia svedese come l’Ungheria (considerato il numero di abitanti) o la Norvegia (paese confinante che ha criticato i vicini) hanno avuto nel tempo un tasso di mortalità minore. Se confrontiamo questi paesi con la Germania, che per numero di abitanti si gran lunga superiore a quello della Svezia (82 milioni contro 10), si potrebbe dire che i tedeschi si trovano in una situazione privilegiata:

Inseriamo un’ultimo protagonista per «scombussolare» tutto. Se al grafico sopra riportato aggiungiamo il Belgio, che in fatto di numero di abitanti è vicino a quello alla Svezia (poco più di 11 milioni), notiamo che il tasso di mortalità è stato di gran lunga superiore per poi scendere sotto quello svedese.

Conclusioni

Risulta vero che nella «classifica» del tasso di mortalità la Svezia abbia primeggiato rispetto alle altre nazioni europee e del mondo per un periodo di tempo ristretto.

Possiamo dire che il modello svedese sia il migliore o fallimentare? Al momento non è possibile dirlo, bisognerà attendere la fine della pandemia per stilare una sorta di classifica generale che comprenda diversi fattori (mortalità, numero dei casi, situazione economica nazionale e via dicendo).

C’è da dire, infine, che non per forza il virus è circolato nella stessa maniera in ogni paese del mondo e molte cose cambiano per via di numerosi fattori come l’igiene, la densità di popolazione, l’età media, i rapporti sociali, il livello della sanità pubblica e tanto altro ancora.

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