Csm, c’è accordo di massima nella maggioranza sul sistema elettorale: doppio turno e ballottaggio

La prossima settimana si procederà con il confronto con le opposizioni

È stato raggiunto oggi, 28 maggio, un accordo di massima in maggioranza sul nuovo sistema elettorale per il Csm che vedrà l’introduzione del doppio turno, prevedendo il ballottaggio. Il testo è in fase di definizione. Questo l’esito del vertice di maggioranza continuato nel pomeriggio al ministero della Giustizia. La prossima settimana si procederà con il confronto con le opposizioni e con gli addetti ai lavori. L’elezione del Csm – composto nuovamente da 30 consiglieri, 20 togati e 10 laici scelti dal Parlamento – avverrà attraverso un sistema a doppio turno con ballottaggio. I magistrati scelti dovranno attendere almeno 4 anni per accedere a incarichi direttivi o semidirettivi, e due per essere collocati fuori ruolo. Per accedere al mondo politico, il nuovo sistema prevede che chi assume funzioni di governo o elettive non può tornare a fare il magistrato. Gli unici ruoli che potrà ricoprire saranno «amministrativi della sua o di altra amministrazione», come spiegato dal Corriere della Sera. Il governo ha ritenuto necessario accelerare sulla riforma del Consiglio superiore della magistratura dopo le nuove intercettazioni del “caso Palamara“, che hanno riacceso la polemica sul sistema di nomine che vige nel Csm. Inoltre, dopo lo scoppio dello scandalo è emersa l’esigenza di bloccare le cosiddette “porte girevoli” tra giustizia e politica. La riforma dovrebbe infatti prevedere l’impossibilità per un giudice che accede alla carriera politica di tornare a fare il magistrato.


Lo scandalo Palamara è partito da un’inchiesta per corruzione su Luca Palamara, ex consigliere del Csm ed ex presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, che ha fatto emergere alcuni meccanismi interni alla magistratura, in particolare per quanto riguarda la modalità con cui verrebbero decise le nomine e le sanzioni disciplinari. Nomine che sarebbero state decise a tavolino in presenza di personaggi allora politicamente influenti, tra cui l’ex ministro Luca Lotti. Le intercettazioni di Palamara, emerse lo scorso anno, hanno scosso il Csm: sei consiglieri si sono dimessi e sono stati sottoposti a procedimento disciplinare, Palamara era stato sospeso in via cautelare. Negli ultimi giorni il nome del magistrato è tornato agli onori della cronaca, per alcune intercettazioni che riguardano Matteo Salvini. «Mi dispiace dover dire che non vedo veramente dove Salvini stia sbagliando», diceva il procuratore capo di Viterbo, Paolo Auriemma, estraneo all’inchiesta in merito all’accusa per sequestro di persona contro l’allora ministro dell’Intern , indagato per il caso dei migranti bloccati sulla nave Gregoretti nell’agosto 2019. E Palamara rispondeva: «Comunque va attaccato».


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