Missioni internazionali, stessa spesa nonostante il Covid. E il voto al Senato spaventa la maggioranza

Cinque le nuove missioni militari per le quali si chiede il via libera del Parlamento: tra queste le operazioni nel Mediterraneo, nel Sahel e nel Golfo di Guinea

Si ritorna a parlare di missioni internazionali, vecchie e nuove. Mentre al Senato è previsto per le 19 il voto sul rifinanziamento delle missioni militari all’estero, oggi alla Camera le commissioni riunite Difesa ed Esteri hanno dato l’ok alla Relazione analitica sulle missioni internazionali. Secondo quanto riporta l’Ansa, Laura Boldrini del Pd si è astenuta, mentre Gennaro Migliore di Italia Viva non ha partecipato al voto.


Anche su questo tema, quindi, sembra esserci qualche dissonanza nella maggioranza e non è detto che non ci siano sorprese al Senato, con una pattuglia di senatori “dissidenti” tra Pd, Leu ed ex Cinquestelle, che potrebbero non votare in sintonia con la maggioranza, in disaccordo sul rifinanziamento della missione in Libia e sul ruolo esercitato dalla guardia costiera del Paese nordafricano.


Tra vecchi e nuovi impegni si raggiunge il numero di 41 missioni, per un impegno di 8.613 militari. Il costo complessivo per il 2020 sarà di circa 1.160 milioni di euro, lievemente superiore ai complessivi 1.130 milioni del 2019.

Le nuove missioni

Oggi all’esame delle commissioni riunite Difesa ed Esteri della Camera (passaggio già espletato al Senato lo scorso 1° luglio) c’era anche la deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell’Italia a ulteriori missioni internazionali per l’anno 2020, adottata il 21 maggio 2020. Il documento indica cinque nuove missioni per le quali si chiede il via libera del Parlamento. Tra queste tre sono quelle di maggior spessore in altrettanti teatri: Mediterraneo, Sahel e Golfo di Guinea.

L’impegno nel Mediterraneo

La nuova missione prevista per il Mediterraneo è la “European Union Military Operation in the Mediterranean – EUNAVFOR MED Irini”. Si tratta della forza navale Ue in sostituzione della missione Sophia, con l’obiettivo di far osservare l’embargo Nato sulle armi destinate alla Libia. Il contributo italiano alla missione europea Irini è di 517 soldati, tre mezzi aerei e una nave, per un costo complessivo di 21,3 milioni. Il comando della missione Irini, a guida italiana, ha sede a Roma. L’operazione IRINI è stata lanciata il 31 marzo scorso.

Operazione nel Sahel

Per il Sahel si chiede l’autorizzazione all’invio di personale militare per contrastare la minaccia terroristica, nell’ambito della Task force “Takuba”, forza multinazionale a guida francese. Teatri dell’operazione il Mali, la Repubblica del Niger e il Burkina Faso. Tra gli obiettivi anche «fornire attività di consulenza, assistenza, addestramento e mentorship a supporto delle forze armate e delle forze speciali locali». Per questa nuova missione l’Italia schiera 200 unità, 20 mezzi e materiali terrestri, 8 mezzi aerei. Costo complessivo 15,5 milioni di euro.

Contrasto alla pirateria nel Golfo di Guinea

La terza missione più rilevante, in termini di impegno e costo, tra le cinque nuove, è quella che vede l’impegno dell’Italia nel Golfo di Guinea, per la prevenzione e il contrasto della pirateria e delle rapine a mano armata in mare. Per questa operazione Roma mette in campo 400 unità, due navi (una fregata FREMM e un cacciatorpediniere), due mezzi aerei. Il costo complessivo è di 8,9 milioni di euro.

Gli oneri totali per le nuove missioni ammontano a circa 47,4 milioni di euro.

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