Caos in Bielorussia: «Mezzi militari russi verso il confine», ma Mosca nega. Lukashenko: «Nuove elezioni sono fuori questione»

Alle manifestazioni si aggiungono gli scioperi, mentre la candidata anti-governativa Tikhanovskaya, rifugiata in Lituania, si dice pronta a guidare il Paese. Ma si teme l’intervento russo

Non si placano le proteste in Bielorussia contro la sesta rielezione del presidente Aleksandr Lukashenko, a una settimana dalle contestate elezioni che lo hanno visto “trionfare” con l’80% dei consensi. Soprannominato “l’ultimo dittatore d’Europa”, Lukashenko ieri a Minsk, arringando un migliaio di suoi sostenitori, ha chiaramente detto che le elezioni non si ripeteranno.


Nessuna marcia indietro quindi, nemmeno di fronte alla folla oceanica di manifestanti che ha dato vita alla “marcia per la libertà“. E il concetto è stato ribadito anche stamattina, durante una visita a una fabbrica di trattori: nuove elezioni sono «fuori questione», ha detto il presidente. Mentre sui social sono comparsi video in cui alcuni operai gli gridano «vattene!».


Merkel: «Il nostro cuore batte con i dimostranti»

Dalla Germania, Angela Merkel ha fatto sentire la sua vicinanza ai manifestanti bielorussi. Il suo esecutivo è stato il primo a chiedere all’Ue di estendere le sanzioni contro la Bielorussia per i fatti avvenuti dopo la consultazione elettorale. E il 17 agosto, la cancelliera tedesca, parlando al direttivo del suo partito, la Cdu, ha ribadito: «Il nostro cuore batte con i dimostranti».

A riportare la sua dichiarazione, il quotidiano tedesco Bild. La cancelliera, durante l’incontro con i membri del suo partito, avrebbe sottolineato l’importanza di agire «in modo molto intelligente», per sostenere le proteste ma evitando di porsi come agenti esterni che vogliono rovesciare la dittatura di Lukashenko.

Putin interverrà?

La tensione nel Paese rischia di estendersi agli Stati confinanti e coinvolgere altri attori. Secondo il Conflict Intelligence Team, gruppo di blogger investigativi russi, decine di camion Ural e KamAZ – senza numeri di identificazione e identici a quelli della Rosgvardia, la Guardia nazionale della Federazione Russa – sono stati avvistati ieri sulle autostrade E95 e M1 mentre si dirigevano verso la Bielorussia. Un lettore di Fontanka, testata di San Pietroburgo, ha segnalato che sulla strada tra San Pietroburgo e Pskov c’erano circa 30-40 camion e diversi fuoristrada militari.

Il Conflict Intelligence Team ha stimato che potessero trasportare «almeno 600 uomini». Ma da Mosca è arrivata immediata la smentita: il Distretto Militare Occidentale ha negato che i mezzi siano in forza al contingente russo. Non si hanno notizie, al momento, di uno sconfinamento dei mezzi militari o ulteriori conferme sul loro impiego.

Lavoratori in sciopero

Intanto alle manifestazioni di piazza si uniscono anche gli scioperi. Secondo il portale Tut.by i lavoratori bielorussi delle grandi industrie hanno deciso di scioperare avanzando una serie di richieste, tra le quali lo stop alle violenze da parte delle forze di sicurezza e la consegna alla giustizia dei responsabili, le dimissioni di Alexander Lukashenko, il riconoscimento delle elezioni come illegittime e l’indizione di nuove consultazioni, oltre che il rilascio dei prigionieri politici. Secondo quanto riporta Interfax anche alcuni dipendenti della Belteleradiocompany, che riunisce le televisioni e le radio di Stato, sono in sciopero. Alle 9.00 è stato mandato in onda per diversi secondi un divano vuoto.

Convocato vertice Ue straordinario

Intanto si muove anche l’Unione Europea. Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha convocato per mercoledì un vertice Ue straordinario per discutere della crisi in Bielorussia.

«I bielorussi hanno il diritto di decidere del loro futuro ed eleggere liberamente il loro leader – ha twittato Michel -. Le violenze contro i manifestanti sono inaccettabili e non possono essere autorizzate». Il tutto mentre il governo tedesco, per bocca del portavoce Steffen Seibert, ha affermato che si sta valutando la possibilità di ampliare le sanzioni contro la Bielorussia. «Naturalmente si sta valutando l’opzione di estendere le sanzioni ad altre figure guida del Paese», ha affermato Seibert, dopo la decisione europea di venerdì sulle sanzioni mirate.

Governo bielorusso: «Liberati quasi tutti i manifestanti fermati»

In tarda mattinata il procuratore generale bielorusso, citato da Interfax, ha comunicato che quasi tutte le persone detenute durante le proteste bielorusse sono state rilasciate. «L’Ufficio del Procuratore generale, in collaborazione con il Ministero dell’Interno, ha lavorato per il rilascio dei cittadini detenuti per violazioni amministrative in relazione alla partecipazione ad eventi di massa non autorizzati. Praticamente tutte le suddette persone sono state rilasciate», ha dichiarato il servizio stampa, che ha pubblicato l’elenco delle persone attualmente detenute, con l’avvertenza che l’elenco sarà aggiornato. 

Tikhanovskaya: «Pronta a guidare il Paese»

Intanto dalla Lituania, dove ha trovato rifugio, la candidata anti-Lukashenko Svetlana Tikhanovskaya si è detta pronta a guidare la Bielorussia. «Sono pronta ad assumermi la responsabilità e ad agire come leader nazionale durante questo periodo, di modo che il Paese si calmi e ritrovi un equilibrio, che si rilascino tutti i prigionieri politici e si preparino rapidamente le condizioni per l’organizzazione di una nuova elezione presidenziale», ha dichiarato in un video, dove ha anche sottolineato di non aver mai voluto diventare «una politica ma che il destino ha voluto» che si trovasse «in prima linea contro l’arbitrarietà e l’ingiustizia». 

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