Galli sulla sospensione di AstraZeneca: «Lo stop farà danni, si poteva evitare. Solo in Italia ci sono 166 trombosi al giorno senza vaccino»

Il professore teme di rivivere il caso Fluad del 2014, quando il ritiro di un lotto di vaccino contro l’influenza fece crollare il numero degli immunizzati

Il professor Massimo Galli, direttore della clinica di Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, boccia la sospensione precauzionale al vaccino AstraZeneca: «Nel momento in cui dobbiamo vaccinare tutti il più velocemente possibile, questi stop fanno molto male. Il ritardo nelle vaccinazioni probabilmente farà dei morti. Ritarderemo nel mettere in situazione protetta una serie di persone».


Per Galli, l’Italia è vittima di un effetto domino: «Sarebbe stato duro non intervenire nel momento in cui stavano intervenendo altre agenzie regolatorie europee, ma ogni giorno nel nostro Paese ci sono 166 fenomeni di tromboembolismo a prescindere dal vaccino». Il professore teme di rivivere il caso Fluad del 2014, quando «fu ritirato un lotto di vaccino anti-influenzale e il risultato fu che i decessi si rivelarono indipendenti dal vaccino, ma questo portò al minimo storico di vaccinati, con più morti per le conseguenze dell’influenza». Del resto,


Ospite della trasmissione televisiva Agorà su Rai 3, Galli ha espresso la stessa posizione del ministro della Salute Roberto Speranza: «Chi ha fatto il vaccino AstraZeneca stia tranquillo, non corre un reale rischio di avere problemi o patologie particolari». Ma non potrà fare il richiamo con altri vaccini: «Questo è assolutamente sconsigliato, si rischia un pasticcio». Anche perché AstraZeneca nasce per la singola somministrazione e i dati a 90 giorni dalla prima dose pubblicati su Lancet «mostrano una buona efficacia, quindi queste persone saranno verosimilmente protette anche senza fare la seconda». In conclusione, l’Europa secondo Galli avrebbe potuto evitare l’effetto domino delle sospensioni di AstraZeneca: «Questa è la mia irrilevante opinione, ma sono timoroso delle conseguenze».

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