Tokyo 2020, il successo della strategia anti Covid. Lo scienziato Bucci: «Contagi giornalieri molto bassi, norme vincenti»

L’esperto commenta il monitoraggio dei positivi durante tutto il periodo dei Giochi: «Buon segnale anche per eventuali strascichi nelle prossime settimane»

I Giochi di Tokyo 2020 si sono ufficialmente chiusi lasciando il segno di un’impresa non solo sportiva ma anche sociale e sanitaria. Nonostante i timori che fino agli ultimi giorni avevano messo in dubbio lo svolgimento in piena sicurezza della 32esima edizione delle Olimpiadi, la pandemia da Covid-19 sembra non averla avuto vinta sull’organizzazione. A dirlo sono i primi dati sui contagi giornalieri in Giappone durante i Giochi: con circa 12 mila persone in totale chiuse nella grande bolla del villaggio olimpico, i numeri mostrano un buon contenimento della diffusione del virus. Lo scienziato e professore alla Temple University di Filadelfia Enrico Bucci commenta i dati arrivati dall’Osservatorio per il Covid-19 per le Olimpiadi sottolineando come «i contagi si siano tenuti molto bassi, arrivando per gli atleti ad un totale molto al di sotto del 3 per mille». Uno scenario incoraggiante che farebbe ben sperare anche sugli eventuali strascichi che i Giochi potranno portare sulla curva epidemiologica delle prossime settimane. «Qualche coda la potremo ancora avere», spiega il biologo, «ma il buon contenimento garantito durante tutti i Giochi dai dati risulta evidente».


OLYMPICS|Diffusione dei contagi divisa per le categorie presenti all’interno del villaggio olimpico

Il monitoraggio effettuato durante tutto il periodo di Tokyo 2020 mostra inoltre come la maggior parte dei contagi giornalieri si sia verificata tra coloro che, residenti in Giappone, si sono mossi tra l’esterno e l’interno del villaggio olimpico, correndo quindi un maggiore rischio di entrare in contatto un virus enormemente potenziato dalla presenza della variante Delta. «Erano le condizioni ideali per un ampio focolaio di variante Delta», riflette Bucci, ma il controllo effettuato insieme alle decisioni di sicurezza prese, prima e durante l’intero mese di Giochi, hanno saputo garantire « la salute di tutti coloro che si sono trovati a stretto contatto nel villaggio olimpico, atleti e non».


OLYMPICS|Diffusione dei contagi divisa tra i residenti e i non residenti in Giappone all’interno del villaggio olimpico

Le regole vincenti

Considerando la copertura vaccinale della popolazione giapponese, al 23 di luglio, data di inizio dei Giochi, risultava immunizzato soltanto il 15% dei cittadini. Secondo quanto riportato da Our World in Data la percentuale è arrivata al 33% nelle ultime due settimane. Condizioni piuttosto difficili nelle quali poter garantire lo svolgimento di un evento sportivo così grande e impegnativo. Gli 11.565 atleti registrati, più tutti i membri dello staff organizzativo, sono stati protetti seguendo precise norme. Una fra tutte lo stop al pubblico, elemento che contrasta con la decisione presa per esempio agli Europei di calcio cominciati l’11 giugno scorso. Secondo quanto riportato dal Comitato Olimpico Internazionale inoltre, gli atleti che hanno gareggiato a Tokyo 2020, sono stati vaccinati oltre l‘80%. «Abbiamo offerto una serie di hub per beneficiare della vaccinazione, stiamo facendo ogni sforzo possibile», aveva detto giorni fa Christophe Dubi, direttore esecutivo dei Giochi Olimpici del CIO, informando anche di un accordo con Pfizer per fornire ai singoli Comitati nazionali olimpici le dosi necessarie e istituendo centri di somministrazione sia in Qatar che in Ruanda.

I dati raccolti durante tutto il mese di Giochi sono stati il frutto di un monitoraggio stretto attraverso tamponi e isolamenti laddove necessari, con l’obiettivo di creare una vera e propria bolla attorno al villaggio olimpico e proteggere così sia gli interni che gli esterni. Non ultima misura, quella della mascherine dovunque possibile e la misurazione della temperatura corporea. «Credo sia questa la medaglia più bella», continua Bucci, «quella che il Giappone, le federazioni nazionali e il comitato olimpico internazionale meritano, per aver vinto contro il Covid-19 in condizioni sulla carta ben difficili».

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