Scuola, l’allarme dei presidi: «Ancora troppe criticità. Dad ipotesi sempre più concreta»

Il presidente dell’Anp, Antonello Giannelli: «Nonostante gli auspici di maggiore collaborazione tra istituzioni scolastiche e dipartimenti di prevenzione, i problemi restano»

Con l’aumento di contagi da Coronavirus nelle aule scolastiche, il presidente nazionale dell’Associazione Presidi, Antonello Giannelli, lancia l’allarme, ricordando che a quindici giorni dalla pubblicazione della nota tecnica sulle indicazioni per l’individuazione e la gestione dei casi Covid, ci sono ancora troppe criticità. «Nonostante i nostri auspici di una collaborazione più efficace ed efficiente tra istituzioni scolastiche e dipartimenti di prevenzione dobbiamo purtroppo rilevare la sussistenza di forti criticità», ha detto. E ha poi aggiunto: «Ci attendiamo, quindi, che anche i dipartimenti di prevenzione garantiscano il loro servizio senza soluzione di continuità». Proprio a causa del trend in atto, la Dad, che era stata abbandonata, «sta riacquistando le posizioni perdute, nonostante le tassative disposizioni di legge sulle attività in presenza e le finalità dichiarate dalla nota tecnica».


La nota del Ministero

Nella nota diffusa negli istituti scolastici lo scorso 6 novembre, si ricorda che «le azioni di sanità pubblica ricadono nell’ambito delle competenze dei Dipartimenti di Prevenzione (DdP) che risultano incaricati della disposizione delle misure sanitarie da intraprendere, inclusi l’isolamento dei casi, la quarantena dei contatti e le tempistiche per il rientro a scuola degli alunni/studenti/operatori scolastici». Viene poi specificato che «fino all’intervento dell’autorità sanitaria, nell’immediatezza della conoscenza del caso positivo, l’Istituto scolastico attiva la seguente procedura già definita e standardizzata, che non comporta alcuna valutazione discrezionale di carattere sanitario». Il presidente dell’Anp ha spiegato che, con questi presupposti, «i dirigenti delle scuole, ancora una volta, non stanno venendo meno a gravose responsabilità – determinate unicamente dall’eccezionalità del contesto emergenziale – pur di garantire il servizio scolastico e la tutela della sicurezza collettiva. Sappiamo bene quanto il sistema sanitario si sia speso finora – e continui a farlo – per difendere il Paese dalla pandemia e gliene siamo grati». «In alcune realtà rileviamo con amarezza che quel “caso in cui le autorità sanitarie siano impossibilitate ad intervenire tempestivamente” rischia di tradursi in un “quasi sempre”».  


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