Obbligo vaccinale, la stretta dell’Austria accende il dibattito in Italia. Il fronte del sì torna alla carica: «È tempo di decidere»

Si susseguono le prese di posizione a favore. Costa e Bonomi in pressing. Fedriga frena: «La soluzione è licenziare tutti i non vaccinati?»

Nella giornata in cui l’Austria, primo Paese in Europa, ha deciso di introdurre l’obbligo vaccinale per tutti contro il Covid-19, in Italia si accende il dibattito sulla opportunità o meno di seguirne l’esempio. I numeri della curva epidemiologica sono differenti e senza dubbio meno preoccupanti rispetto a quelli di Vienna, ma la quarta ondata continua a far registrare anche sul territorio nazionale sempre più casi positivi e ricoveri in terapia intensiva. È sulla base di questo scenario che il fronte pro obbligo vaccinale italiano si rafforza, con il sottosegretario alla Salute Andrea Costa sempre più convinto della necessità di una presa di posizione da parte del governo. «Siamo stati i primi a introdurre l’obbligo vaccinale per i sanitari, ora bisogna riflettere se farlo per altre categorie, soprattutto per quelle che sono a contatto con il pubblico come forze dell’ordine, o chi lavora nella grande distribuzione», ha detto, sottolineando l’importanza del monitoraggio dei dati epidemiologici attuali. A non avere dubbi sulla necessità di seguire le orme dell’Austria, che partirà con la misura obbligatoria dal prossimo 1° febbraio 2022, anche il presidente di Confindustria Carlo Bonomi. «La recrudescenza di numeri non ci fa stare tranquilli. L’unica cosa che ci può mettere al sicuro è l’obbligo vaccinale ed è un percorso su cui dobbiamo avere il coraggio di fare una riflessione seria». La riflessione che Bonomi invita a fare ha anche l’obiettivo di tutelare tutti quei settori del lavoro «che in questo momento non possono più permettersi di essere nuovamente bloccati».


Fedriga: «La soluzione è licenziare tutti i non vaccinati?»

Ma la linea dura non convince tutti. Chi storce il naso all’idea di un obbligo vaccinale nazionale è il presidente della Conferenza delle Regioni e governatore del Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. Nonostante negli ultimi giorni abbia sostenuto l’idea di misure restrittive da imporre ai non vaccinati, sull’obbligo il presidente si mostra molto più scettico. «La conseguenza di una decisione simile è che dovremmo licenziare tutti gli italiani non vaccinati?», ha commentato, invitando piuttosto a continuare sulla strada della persuasione. «Cerchiamo di accompagnare il Paese con un’informazione più puntuale. Il grande nemico da sconfiggere non sono i No vax incalliti ma la paura, da sconfessare appunto attraverso l’informazione».


Ronzulli: «Iniziare una riflessione seria»

Della stessa opinione anche il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, e quello del Veneto, Luca Zaia, che nelle ultime ore si sono opposti anche all’idea di un lockdown per i non vaccinati. Chi ribatte con una posizione opposta è la vicepresidente di Forza Italia al Senato Licia Ronzulli. «Stratagemmi malsani come questi “corona party” dimostrano l’esigenza di dare una nuova e più incisiva centralità del vaccino, escludendo gli immunizzati da eventuali nuove limitazioni ma anche iniziando a ragionare seriamente sull’obbligo vaccinale». Il riferimento di Ronzulli è alle feste di Bolzano organizzate da giovani No vax insieme a persone positive al Covid , con lo scopo, per i negativi, di contrarre l’infezione e acquisire così il diritto di Green pass una volta guariti. «La lotta al Covid non può fermarsi davanti a escamotage o trovate drammaticamente pericolose come queste» ha aggiunto Ronzulli in una nota, ribadendo come i limiti toccati siano il segnale di una decisione verso l’obbligo quanto mai urgente.

Saccone: «Serve coraggio»

A sostenere Ronzulli anche il portavoce nazionale dell’Udc Antonio Saccone, che invece richiama le parole del presidente della Repubblica e invita al buon senso: «Le parole sagge di Mattarella di pochi giorni fa vanno ascoltate non solo per proteggere se stessi ma l’intero sistema internazionale anche donando, laddove necessario dosi ai Paesi che ne hanno bisogno. L’obbligo vaccinale», ha continuato, «consentirebbe di accantonare polemiche inutili e talvolta sgradevoli sul sì Green pass/no Green pass. Se vogliamo evitare ulteriori restrizioni allora bisogna prendere il coraggio di questa decisione». Per il momento però il governo non sembra intenzionato a mettere in campo una stretta generalizzata. L’unico obbligo vaccinale certo verso cui si tenderebbe è quello di terza dose per i sanitari a partire dal prossimo dicembre. Per il resto fonti dell’esecutivo continuano ad escludere l’idea di misure restrittive che limitino soltanto la parte non vaccinata della popolazione.

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