No Green pass, migliaia a Roma: «Draghi nemico pubblico numero uno, facciamo saltare questo governo» – Video e foto

Questa volta c’è una ragione in più ad accendere la protesta: il nuovo obbligo vaccinale imposto per gli over 50. Ma è anche il Green pass rafforzato ad acuire la rabbia

Torna in piazza a Roma il popolo dei No vax e no Green pass. Il sabato di proteste a San Giovanni comincia alle 14.30. Dopo settimane di assenza, causa festività, la Questura aveva stimato «oltre un migliaio» di persone riunite per manifestare contro le restrizioni del governo decise per contenere contagi e vittime legate al Coronavirus. Ma le presenze sono state di gran lunga maggiori. La Questura rivede al rialzo i numeri e parla di oltre 5.000 partecipanti. Questa volta c’è una ragione in più ad accendere la protesta: il nuovo obbligo vaccinale imposto per gli over 50. Ma è anche il Green pass rafforzato ad acuire la rabbia. Quando sono le 14.00, la piazza che ogni anno ospita il concertone del primo maggio comincia a popolarsi di centinaia di manifestanti, quasi tutti senza mascherina, che promettono rivolta «con i forconi, come in Kazakistan».


In realtà gli intenti bellicosi vengono presto abbandonati. La quasi totalità della piazza parteciperà al sit-in forma statica senza dar luogo a disordini o a problemi di ordine pubblico. Solo in serata si vedranno un paio di fumogeni, ma il tentativo di un gruppetto di trasformarsi in corteo e raggiungere il centro sarà subito abbandonato su invito degli stessi organizzatori. Gli slogan della manifestazione sono quelli di sempre («Stop alla dittatura sanitaria», «libertà dal vaccino», «Giù le mani dai bambini», «La gente come noi non molla mai»). E il tam tam di informazioni con i dettagli sull’organizzazione e le ragioni per essere presenti sono passate anche questa volta dai canali Telegram, dai gruppi WhatsApp e dai social network.

Il palco

«Sparpagliati ma non distanziati come ci vogliono loro», questa una delle direttive che arrivano dal palco quando mancano 5 minuti alle 15 e gli oratori stanno per cominciare. Tra la folla uno dei primi cori è indirizzato al governo: «Draghi, Draghi vaffanculo», e ancora: «La gente come noi non molla mai». Quasi nessuno tra i partecipanti al sit-in indossa la mascherina. «Siamo qui per difendere una sola cosa – è l’urlo che parte alle 15.15 – la libertà. Noi siamo il popolo italiano». «Stanno sperimentando il regime anticostituzionale. Draghi è il nemico pubblico numero uno e dobbiamo far saltare questo governo – è l’attacco che arriva dal palco -. Stanno preparando la guerra. Unione Europea di servi».

Seguirà l’appello alle madri: «Mamme di Italia, dove siete?». E poi giù con il coro sui più piccoli: «Giù le mani dai bambini». Tra gli altri interventi, quello del presidente delle partite iva italiane Angelo Di Stefano e quello del giudice sospeso Angelo Giorgianni, che ha ricordato Domenico Biscardi, leader No vax morto di recente: «Siamo per la libertà – scandisce -. Noi saremo i difensori della Costituzione, questo è un preavviso. Siamo determinati ad organizzarci su tutto il territorio e in tutta Europa». Dopo mezz’ora di parole, parte l’Inno d’Italia.

«Quello che avviene è di matrice anticristiana, esasperato dalle assurde restrizioni» sono invece le parole di monsignor Carlo Maria Viganò andate in onda in un video trasmesso durante il sit-in. Secondo l’ex nunzio apostolico degli Usa, si tratta di una protesta «coraggiosa e parte da principi fondamentali come il diritto delle libertà naturali». E ancora: «Vi esorto a non cedere alle provocazioni. Coloro che discriminano e impediscono di lavorare e di andare a scuola sono gli stessi che per anni hanno detto di andare contro Gesù Cristo, dicendovi di uccidere i bambini dentro il vostro grembo». E per concludere: «Gesù Cristo vi salverà, non un siero sperimentale prodotto con feti abortivi. Non sarà la Costituzione o i diritti dell’uomo a salvarvi ma la fede».

«Sono qui per mostrarvi il mio affetto e la mia solidarietà». Tra i manifestanti No vax e No Green pass, anche l’attore Enrico Montesano (così come altre volte è stato presente). «La gente come noi non molla mai – è il tormentone che ripete -. Ognuno di noi deve aumentare la sua consapevolezza. Siamo qui per manifestare pacificamente. Vogliamo dare un messaggio di pace e di speranza ma allo stesso tempo di disobbedienza civile». L’attore, senza mascherina anche lui, viene applaudito da più parti.

Il piano sicurezza

Lontani da piazza del Popolo e dal cuore del centro storico (prima location scelta) per il timore di problemi di sicurezza e ordine pubblico, la Questura ha concesso la piazza cara alla sinistra per manifestare il dissenso contro le misure anti-Covid. In 48 ore gli organizzatori del sit-in di protesta hanno rivisto i loro piani alla luce della nuova area assegnata. Cordoni di polizia hanno confinato ogni via di accesso a piazza San Giovanni e hanno contenuto così l’unico tentativo di corteo non autorizzato. Tra le altre iniziative messe in campo dalla Questura per rafforzare i controlli ci sono state le verifiche ai caselli autostradali in ingresso già dalle prime ore del mattino, per scongiurare azioni violente. E la mente va subito al 9 ottobre scorso, quando il sistema di ordine pubblico fallì e fu assaltata la sede della Cgil, con la partecipazione dei militanti di Forza Nuova.

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