Covid, il monitoraggio Gimbe: calano i casi e i decessi, meno di 5 milioni senza vaccino

In calo i ricoveri in area medica e terapia intensiva. Allarme per gli ucraini non vaccinati

Nella settimana dal 23 febbraio al 1 marzo i posti letto occupati da pazienti affetti da Covid-19 con sintomi nei reparti di area medica sono diminuiti del 20% rispetto alla settimana precedente (passando da 13.076 a 10.456) e del 21% in terapia intensiva (passando da 896 a 708). Questo mostra il nuovo monitoraggio indipendente sulla pandemia della Fondazione Gimbe. In area critica, i ricoveri scendono dal picco di 1.717 del 17 gennaio a 708 il primo marzo; in area medica dal picco di 19.913 del 31 gennaio a 10.456 il primo marzo, sottolinea Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari Gimbe. In una settimana i tamponi rapidi si sono ridotti del 13,3% (-330.453) e quelli molecolari del 10,7% (-87.943). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività dei tamponi molecolari passa dall’11,1% al 9%, mentre per gli antigenici rapidi dal 10,4% al 9,8%.


Rispetto agli altri Paesi europei, invece, l’Italia è fra le nazioni con la più bassa percentuale di popolazione non vaccinata, pari al 16,1%. Percentuale che, in Ucraina, arriva al 63,8%. «Il dato ucraino non deve essere sottovalutato, considerata la drammatica situazione, che porterà nelle prossime settimane migliaia di profughi nel nostro Paese», dice la fondazione. «I piani del governo per accogliere queste persone – spiega il presidente Gimbe Nino Cartabellotta – dovranno includere la vaccinazione di anziani e fragili provenienti dalle zone di guerra, evitando diseguaglianze tra le Regioni». Al 2 marzo in Italia sono 7,03 milioni le persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino: di queste, però, 2,27 milioni sono guarite dal Covid da meno di 180 giorni e quindi sono temporaneamente protette.


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