In Evidenza ENISiriaUSA
ATTUALITÀInchiesteIncidenti stradaliLazioMassimo BochicchioRomaTruffe

L’ipotesi del malore e il giallo della frenata mancante: l’inchiesta sulla morte di Massimo Bochicchio

massimo bochicchio arianna iacometti
massimo bochicchio arianna iacometti
La procura indaga per istigazione al suicidio. Il test del Dna per l'identificazione della vittima e il sequestro di cellulari e computer

La procura di Roma apre un’inchiesta per istigazione al suicidio in relazione alla morte di Massimo Bochicchio. Dopo l’incidente di domenica mattina in via Salaria, quando la due ruote del Madoff dell’Aniene si è schiantata contro un muro, molti punti sono ancora da chiarire. Il primo è quello del riconoscimento del corpo. Il fratello non ha infatti dichiarato con certezza che il cadavere carbonizzato fosse quello di Bochicchio. Si dovrà effettuare quindi l’esame del Dna, anche se il braccialetto elettronico presente sulla caviglia della vittima (il broker era agli arresti domiciliari e aveva ottenuto un permesso speciale per una visita dal suo medico curante per il diabete) lascia pochi dubbi sul tema. Intanto i pm valutano anche l’ipotesi del suicidio. E ieri hanno acquisito telefoni, agende e computer per cercare qualche traccia.

La strana morte del Madoff dell’Aniene

E per capire se invece c’era qualcuno che minacciava Bochicchio. La moglie Arianna Iacometti ha detto a Repubblica di pensare invece soltanto a un malore improvviso. Che avrebbe colpito l’uomo mentre era in sella alla sua moto. Ieri Cesare Placanica, l’avvocato che assiste i vip che hanno denunciato Bochicchio per truffa, ha depositato in tribunale il risultato delle sue indagini sulla piattaforma di trading online che doveva contenere i soldi delle presunte vittime: non è in possesso delle garanzie indicate dal broker. La società Interactive Reunion Uk ltd che, teoricamente, avrebbe dovuto veicolare i risarcimenti, è quindi senza i fondi necessari. L’avvocato di Bochicchio Gianluca Tognozzi aveva assicurato che il suo assistito era pronto a restituire il 90% degli investimenti.

Sulla dinamica sono al lavoro gli agenti della Polizia Municipale: la pista più accreditata è quella del malore improvviso che ha causato la perdita del controllo del mezzo e lo schianto. A confermarlo ci sarebbero almeno tre testimoni oculari che hanno assistito alle fasi dell’incidente. «La moto ad un tratto ha deviato verso destra proseguendo verso il muro», hanno sostanzialmente raccontato i testi agli inquirenti. Spiegando che la Bmw ha preso fuoco e Bochicchio è rimasto avvolto nelle fiamme. L’esame autoptico verrà affidato dopo il prelievo di Dna. Ieri i caschi bianchi hanno effettuato una serie di rilievi nella zona dell’incidente: sul manto stradale non è stata individuato alcun segno di frenata. Gli investigatori hanno, inoltre, chiesto all’aeroporto di analizzare gli impianti di videosorveglianza per verificare se una delle telecamere abbia ripreso le fasi dell’incidente.

Niente segni di frenata

«Non si deve strumentalizzare la morte di una persona costruendo un film su qualcosa che non esiste. Siamo in attesa del certificato di morte che arriverà, come da prassi in questi casi, dopo il riconoscimento della salma», ha detto ieri l’avvocato Tognozzi. E questo perché nel frattempo via Whatsapp continuano a circolare ipotesi fantasiose e complottistiche sulla morte di Bochicchio. I giudici, in mancanza del certificato di morte, hanno aggiornato il processo al prossimo 15 settembre. Tra le accuse principali ci sono quelle di attività finanziaria abusiva e riciclaggio internazionale per circa 500 milioni. Il processo nasce dopo la denuncia di 34 persone a cui Bochicchio avrebbe promesso di far aumentare i propri fondi, per poi sparire con il denaro.

A luglio 2021 il broker era stato arrestato a Giacarta, in Indonesia, dall’Interpol dopo una latitanza tra Hong Kong e Singapore. Attraverso le società Kidman Asset Management e Tiber Capital, che gestiva da Londra, il broker dei vip avrebbe accumulato circa «1 miliardo e 800 milioni». Poi li avrebbe spostati in investimenti tra «Singapore, Hong Kong ed Emirati Arabi Uniti. Promettendo alti rendimenti ai clienti. E cercando di occultare l’identificazione degli effettivi beneficiari delle somme».

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti