Renzi contro Berlusconi, i seggi sicuri per il centrosinistra e la sfida romana. Come si stanno formando le liste per i collegi

Il Pd ha svelato le sue carte. Mentre si aspettano le mosse degli altri partiti alcuni nomi per le prossime elezioni diventano sempre più sicuri

«Mi aspettavo di peggio. Anche negli altri partiti sta scorrendo molto sangue». Sarebbe questo il commento con cui Enrico Letta ha chiuso tutte le operazioni per scrivere le liste dei candidati del Pd. La scelta dei candidati per le elezioni non è mai stata un’operazione semplice ma questa volta tutto il processo decisionale è complicato da due fattori: il sistema elettorale e il taglio dei parlamentari. E così in tutta la penisola si sta delineando una mappa di sfide nei singoli collegi, a partire dagli uninominali dove sarà un solo candidato ad essere eletto. La formula per vincere non è chiara e anzi, queste elezioni saranno anche un test per verificare la tenuta del Rosatellum in combinazione con il taglio dei Parlamentari. Con la riforma costituzionale varata nel 2020 infatti, il numero di seggi disponibili alla Camera dei Deputati è passato da 630 a 400 mentre al Senato da 315 al 200.


Monza, sarà sfida tra Berlusconi e Renzi?

Le ultime notizie che arrivano dai tavoli di Forza Italia parlano di una candidatura di Silvio Berlusconi al collegio uninominale per il Senato a Monza. Un territorio sicuro: alle politiche del 2018 qui il centrodestra aveva fatto ottimi numeri. La Lega era al 26,81 per cento, Forza Italia al 14,72 per cento e Fratelli d’Italia al 3,87 per cento. Tutta la colazione di centrosinistra si era fermata al 25,29 per cento. Sotto la media nazionale anche il Movimento 5 Stelle, fermo al 22 per cento. Ma soprattutto è un territorio che Berlusconi conosce bene. Qui, ad Arcore, ha il suo quartier generale e nell’ultima stagione è riuscito anche a portare la squadra del Monza in Serie A per la prima volta nella sua storia.


È per questo che le ultime indiscrezioni su Italia Viva potrebbero condurre Matteo Renzi su un sentiero rischioso. L’ex segretario del Pd infatti sarebbe intenzionato a provare a candidarsi come capolista al Senato nel proporzionale a Milano e a Monza. Una candidatura molto diversa dal 2018. Alle ultime elezioni infatti Renzi, che correva ovviamente per il Pd, si era presentato, sempre per il Senato, nel Collegio 1 delle Circoscrizione Toscana.

Firenze e Bologna, non solo Pd

Le liste del centrosinistra in Toscana sono molto contese. Nelle infinite simulazioni di voto circolate in questi giorni, i collegi di questa regione sono i pochi ad essere considerati sicuri per il centrosinistra. I membri del partito locale l’avevano chiarito subito: no ai paracadutati, uomini e donne del partito che vengono piazzati in questi collegi per puntare a un elezione garantita senza però conoscere il territorio in cui sono stati eletti. Sempre che si riesca a convincere i vertici a mettere il proprio nome in lista. Dopo un rimpallo tra il Pd di Arezzo e quello di Firenze, Luca Lotti, ex fedelissimo di Renzi è stato escluso dalle candidature.

A Bologna ad esempio per il centrosinistra sarà candidato Pier Ferdinando Casini. Qui il senatore era già stato eletto nel 2018, causando parecchie polemiche nei circoli locali. Ora la storia si è ripete, senza troppi complimenti. Mario Oliva, dal circolo Pd della Bolognina, spiega: «Se già la campagna elettorale era difficile adesso lo diventerà ancor di più. D’altra parte o uno dice arrivederci e chiude la porta, oppure prova di nuovo col “piuttosto che la destra”, ma non so fino a che punto funzionerà, stavolta». Parlando sempre di collegi più sicuri, anche Nicola Fratoianni in questi territori ha voluto piazzare le sue pedine: Ilaria Cucchi a Firenze e il sindacalista Aboubakar Soumahoro a Modena.

Il caso Roma, in attesa del centrodestra

In attesa dei nomi ufficiali del centrodestra, per adesso a Roma si delinea solo una sfida. Quasi un regolamento di conti fratricida. Emma Bonino e Carlo Calenda dovrebbero sfidarsi nel collegio uninominale di Roma Centro per il Senato. La candidatura del leader di Azione è certa, d’altronde a Roma si era presentato presentato come candidato sindaco nel 2021 strappando un inaspettato 19,81 per cento. Più della sindaca uscente Virginia Raggi. Nei giorni scorsi si è parlato di Bonino come candidata per lo stesso posto in Senato nelle liste del Pd. Versione smentita nelle ultime ore dalla stessa Bonino che, anche qualora dovesse confermare la corsa all’uninominale, si presenterebbe con la sua +Europa (in coalizione con Pd e Alleanza Verdi Sinistra). Per le candidature definitive ci sono ancora cinque giorni di tempo.

Leggi anche: