Julia Elle e la vera storia di Disperatamente Mamma: «Ho tradito i miei followers perché non avevo altra scelta»

L’influencer accusa l’ex compagno Paolo Paone di violenza fisica, mentale, economica

Julia Elle ha 34 anni e tre figli. Ha pubblicato cinque libri con Mondadori dopo la sua web serie Disperatamente mamma. Un fatturato di 400 mila euro che però è a rischio. Perché l’ex compagno Paolo Paone ha scritto su Instagram che la sua narrazione è del tutto falsa. Perché, dice, il secondo figlio che ha avuto Julia Elle non è suo. E, aggiunge, in più lei non gli fa più vedere sua figlia. Julia ha risposto in un video che Paone ha usato violenza nei suoi confronti. Addirittura le avrebbe puntato un coltello alla gola. Ma i followers non le credono. Oggi in un’intervista rilasciata a Candida Morvillo per il Corriere della Sera lei si difende. Lo fa prima di tutto mostrando i messaggi di Paone su Whatsapp: «Muori», «megera di merda», «me la pagherai».


Violenza fisica, mentale, economica

L’avvocata Annamaria Bernardini de Pace incita Julia a raccontare tutto. Mentre è in celebrazione una causa per l’affido della bambina. «Quando mi hanno chiesto il primo libro, era il 2017 e venivo da quattro anni drammatici» (la legale: «Di violenza fisica, mentale, economica»). «Di fatto, ero sola con due bambini piccoli. Scrivere era il mio sogno, ma quando ho capito che dovevo raccontare la mia vita, ero disperata. Avrei dovuto dire: non lo scrivo. Invece, l’ho scritto edulcorato. Paolo mi aveva detto: scrivilo, ma parla bene di me e di’ che il maschietto è mio. Invece, lo avevo avuto con un altro quando ci eravamo già lasciati», esordisce lei. Raccontando poi di aver conosciuto Paolo nel 2013 mentre faceva la cantante. E che dopo che è restata incinta lui le ha chiesto di abortire: «Non ho voluto e siamo andati a convivere e, da lì, è diventato un altro: la violenza è stata un crescendo».


Le presunte botte

Lui nega di averla picchiata. Secondo lei c’è un episodio iniziale ben precisa: «Ero incinta, faceva caldo, avevo un calo di pressione. Il mio cane fa un bisogno, Paolo si mette a urlare: pulisci subito. Io dico: non mi sento bene, dammi un attimo. Mi alzo, svengo. Mi sveglio con lui che mi dà un calcio». A quel punto si rivolge al centro antiviolenza Cadmi di Milano nel 2015. Secondo l’avvocata Bernardini de Pace Paone spendeva i soldi di Julia per drogarsi. «Sono riuscita a lasciarlo solo a marzo 2016, ma sono rimasta a casa: non avevo soldi per andarmene. E la sua reazione è stata: se mi lasci, devi ridarmi i soldi spesi per te e la bimba. Sembra assurdo, ma ho pensato: se glieli do, sono libera. Dopo, ho conosciuto l’uomo con cui ho avuto il secondo figlio: credevo che si volesse prendere cura di noi, ma si è tirato indietro. E sono dovuta rimanere da Paolo», racconta lei.

La fuga

Infine, la fuga. Che risale all’estate del 2017. «Nell’estate 2017. Mangiavamo una pizza in cucina, io bevo e poggio il bicchiere sul mobile invece di lavarlo. Lui inizia a urlare che non tengo la casa pulita. Gli dico: basta, non ce la faccio. Lui mi punta alla gola il coltello della pizza e minaccia di uccidermi». Lui ha detto che era la scena di un video antiviolenza. «Il messaggio in cui ne parliamo è allegato alla denuncia dei miei avvocati. Poi, ho conosciuto Riccardo, ci siamo sposati. Ho avuto successo e ho continuato a pagare Paolo: diceva che, se no, mi rovinava. L’anno scorso ho smesso e lui ha scatenato una campagna mediatica contro di me». Adesso vuole solo «la serenità per i miei figli e dire a chi mi segue che li ho traditi, ma che credevo di non avere vie di uscita».

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