La Siberia brucia ancora: scomparsi 4 milioni di ettari di foresta – Le immagini

La Russia sta vivendo una situazione catastrofica: «È una minaccia per l’intero Pianeta», ha dichiarato Greenpeace

Il 31 luglio la Russia ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale: la Siberia continua a bruciare e Mosca ha chiesto l’intervento dell’esercito. Sono 1200 i vigili del fuoco impegnati giorno e notte per spegnere le fiamme che in queste settimane hanno portato alla distruzione di 4 milioni di ettari di bosco nella Siberia dell’est.


Un’emergenza climatica e ambientale che secondo Greenpeace ha provocato l’emissione di oltre 166 milioni di tonnellate di anidride carbonica (più o meno quanto viene emesso in un anno da 36 milioni di auto) nell’aria. Una minaccia che coinvolge l’intero Pianeta.


Uno degli effetti collaterali di questa catastrofe è la produzione di «black carbon», ovvero particelle nere che rischiano di finire nell’Artico e depositarsi sul ghiaccio riducendone l’albedo (il potere riflettente di una superficie) e facilitando così l’assorbimento di calore, contribuendo ulteriormente al riscaldamento globale.

«Questi incendi avrebbero dovuto essere spenti immediatamente e invece sono stati ignorati», dichiara Martina Borghi, direttrice della campagna foreste di Greenpeace Italia. «Ora la situazione è catastrofica e le conseguenze che si avranno sul clima non sono una minaccia solo per la Russia, ma per l’intero Pianeta», dichiara Borghi.

«La Russia dovrebbe fare di più per proteggere le proprie foreste, ad esempio fornendo finanziamenti sufficienti per la prevenzione e il monitoraggio degli incendi». In Russia, secondo Greenpeace, oltre il 90 per cento degli incendi avviene nelle cosiddette «zone di controllo», ovvero aree in cui la legge non prevede che debbano essere spenti.

Molti degli incendi che quest’anno stanno divampando nelle «zone di controllo» avrebbero potuto essere estinti in fase precoce, questo avrebbe ridotto significativamente l’area interessata dagli incendi e le emissioni di CO2 nell’atmosfera.

Ma non è solo la Siberia ad essere stata colpita dal caldo record. Anche Alaska e Groenlandia stanno bruciando: centinaia gli incendi divampati in queste settimane che nell’isola più grande al mondo hanno provocato anche la fusione di un ghiacciaio che ha riversato 10 miliardi di tonnellate di acqua nell’oceano in un solo giorno.

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