Dopo le molte richieste di mediazione il Papa ha risposto a Maduro. Nella lettera Bergoglio si rivolge a Maduro con «Signore» e non come «Presidente». Le parole del pontefice sono pacata e lasciano posto a un velo di rassegnazione. Nella lettera, riportata dal Corriere della Sera, Bergoglio ricorda i molti tentativi fatti in passato per riportare stabilità al Venezuela,«Purtroppo, tutti si sono interrotti perché quanto era stato concordato nelle riunioni non è stato seguito da gesti concreti per realizzare gli accordi», afferma il Papa.
Dall'inizio della crisi la Santa Sede ha assunto una posizione neutrale ma, scrive Bergoglio, «le parole sembravano delegittimare i buoni propositi che erano stati messi per iscritto». Un chiaro appunto a Maduro e alle false promosse da cui non sono scaturite azioni.
Maduro chiede la mediazione del Pontefice, ma il Santo Padre ci tiene a chiarire che l'unica mediazione possibile è quella «che si intavola quando le differenti parti in conflitto mettono il bene comune al di sopra di qualunque altro interesse e lavorano per l’unità e la pace».
Già nel 2016 il Vaticano era intervenuto in Venezuela attraverso una lettera consegnata al cardinale Parolin in cui si invitava a Maduro a trattare con il Tavolo di Unità Democratica. «La Santa Sede», ricorda Francesco, «segnalò chiaramente quali erano i presupposti perché il dialogo fosse possibile». Quel monito cadde nel vuoto e oggi Papa Francesco nella chiusura della lettera esprime tutta la sua preoccupazione per «la sofferenza del nobile popolo venezuelano, che sembra non avere fine».
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