«Linea comune sui migranti o l’edificio europeo rischia di crollare»: Conte lancia la sfida

L’Italia «mantiene la posizione. Siamo seri ma non siamo Alice nel Paese delle meraviglie», dice il presidente del Consiglio durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi incentrata su diversi temi: dall’immigrazione all’arrivo in Italia di Cesare Battisti, dal decreto sicurezza all’incontro di Conte e Salvini con il commissario Ue per le migrazioni, Dimitris Avramopoulos

Sulla questione migranti, l'Italia «è un Paese serio». Ma «non è Alice nel paese delle meraviglie: se l'Europa non risponde, il castello europeo rischia di crollare». È un fronte compatto quello che oggi mostrano in conferenza stampa a Roma il premier, Giuseppe Conte, e il suo vice, titolare del dossier immigrazione, il ministro dell'interno Matteo Salvini. All'ordine del giorno dell'incontro con i cronisti – cui ha partecipato anche il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede – l'arresto e l'arrivo in Italia di Cesare Battisti, l'incontro di Conte con una delegazione dell'Anci(associazione nazionale comuni italiani)sul decreto sicurezza e quello di stamane di Conte e Salvini con il commissario Ue per le migrazioni, Dimitris Avramopoulos.


«Linea comune sui migranti o l'edificio europeo rischia di crollare»: Conte lancia la sfida foto 1


Matteo Salvini, Giuseppe Conte e Alfonso Bonafede in conferenza stampa a palazzo Chigi. Ansa/Riccardo Antimiani

L'Italia, assicura il presidente del Consiglio che domani sarà in Niger e in Ciad, «mantiene la posizione». Un'accoglienza «indiscriminata equivale a una mancata integrazione», dice Conte. «È una finta accoglienza. Terremo la posizione fino a quando i migranti saranno ripartiti tra i 27 paesi europei. Se l'Italia viene lasciata sola, questa non è Europa, e noi continueremo con la linea di massimo rigore». Ripetendo ancora una volta che l'Italia «è stata lasciata sola»e che bisogna evitare «che i barconi e gli scafisti la facciano da padrone, che le Ong raccolgano migranti e li portino in Italia». Questo, per Conte, «è inaccettabile».