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Nel sepolcro di Gesù c’è un migrante annegato: «Se si sta per affogare, si ha diritto a essere aiutati» – L’intervista al parroco

20 Aprile 2019 - 23:17 Angela Gennaro
È la rappresentazione di un migrante affogato in mare, testa in giù e braccia penzoloni nell'acqua, quella che è comparsa nei giorni scorsi all'Alberghiera di Palermo, nella chiesa di Casa Professa, in uno dei sepolcri allestiti per la Pasqua

«Vogliamo svegliare le coscienze che rischiano di addormentarsi». È la rappresentazione di un migrante affogato in mare, testa in giù e braccia penzoloni nell'acqua, quella che è comparsa nei giorni scorsi all'Alberghiera diPalermo, nella chiesa di Casa Professa, in uno dei sepolcri allestiti per la Pasqua e aperti al pubblico in occasione del Giovedì Santo. E che da allora sta facendo discutere.

L'opera è stata realizzata dall'artista Vincenzo Maniscalco. «Nella chiesa ci sono tre altari e c'è un percorso giubilare», spiega a Open padre Walter Bottaccio, gesuita rettore della chiesa di Casa Professa.«In ogni altareviene presentato un migrante annegato, con sopra un personaggio che sta dormendo. Proprio a rappresentare quello che è oggi il nostro sonno», dice.

Padre Walter Bottaccio, com'è stata accolta l'opera da visitatori e fedeli?

«In maniera positiva dalla stragrande maggioranza di loro. Chi ha visto di persona questo allestimento ne ha capito il significato. Non si può estrapolare la questione del migranti, parlandonesempre e presentando queste personecome l'unico problema della società di oggi. Noi non stiamo bene: nel nostro paese, c'è una crisi economica enorme. E iproblemi sono tanti e sono altri: la corruzione, l'economia, le famiglie che non vengono sostenute».

«Si dà la colpa ad altri perquesto stato di malessere: si dà la colpa a chi viene nel nostro Paese. Einvece i migranti non sono un problema: sono persone che scappano dalle difficoltà e da situazioni tragiche. Situazioni così drammatiche che non possiamo neppure immaginare:altrimenti non affronterebbero viaggi di questo genere, il pericolo del mare e l'orrore della Libia».

On line però si leggono alcuni commenti molto duri rispetto alla vostra iniziativa. Si arriva a criticare lo stesso Papa, che durante la via Crucis ha parlato proprio, ancora una volta, di migranti.

«È questione di umanità. Quando perdiamo di vista l'umanità, perdiamo di vista la possibilità di vivere le cose in maniera onesta. E perdiamo di vista i diritti delle persone: se si sta per morire, se si sta per affogare, si hadiritto aessere aiutati. Se un sindaco a Trieste toglie le coperte aun clochard, è dicembre, fa freddo e lo posta anchesu Facebook,è evidente che qualcosa è saltato».

Quindi come fare?

«C'è un incattivimento. Ma nonmi preoccupo di quello che viene scritto sui social: non credo che sia davvero indice della verità del sentire di un popolo. Invece tante persone che hanno visto l'opera e che si sono fermate di fronte a questo allestimento mi hanno riferito cose molto belle. Al centro di quell'altare c'è sempre Cristo: lì c'è Gesù che prega da solo nel giardino di Getsemani mentre i suoi discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni dormono».

«Èun messaggio positivo: ci stiamo addormentando, ma il Signore è sempre presente. Lo è attraverso chi continua a sporcarsi le mani e ricevein cambio fango nonostante cerchi di aiutare gli altri e portisulle spalle le storie di quelle persone più sfortunate».

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