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Una Dea in paradiso. La grande realtà dell’Atalanta, nuova “big” del calcio italiano

Con la vittoria sulla Lazio, i bergamaschi confermano il quarto posto in campionato e il sogno Champions è sempre più vicino. Una parabola ascendente che nasce da lontano, da un settore giovanile sempre in crescita e da acquisti oculati e un bilancio in positivo

A un passo dal terzo o quarto posto finale in campionato, che vuol dire qualificazione per la Champions League, finalista della Coppa Italia, lodata da tutti gli esperti e dagli stessi avversari per il suo gioco, l'Atalanta di Gasperini è la grande nuova realtà del calcio italiano. A tre giornate dalla fine del campionato, i bergamaschi sono al quarto posto con tre punti di vantaggio sul Milan.

Agli atalantini bastano ora sette punti per volare in Champions. C'è chi ha parlato di un miracolo, ma la storia dell'Atalanta è tutt'altro che il frutto di coincidenze astrali fortunate. Il successo parte da molto lontano, da una piccola provincia italiana e da un centro di allenamento: Zingonia.

La cura Gasperini

Pochi avrebbero scommesso a inizio campionato su un'Atalanta da Champions, forse nemmeno l'allenatore Gian Piero Gasperini, uno dei maghi dietro a questa scalata. L'esordio, nel 2016, non è stato dei migliori: la sua panchina era stata messa subito in discussione, dopo una sconfitta casalinga con il Palermo e il penultimo posto in classifica.

Ma è a quel punto che il Gasp ha avuto un'intuizione. Un'intuizione in linea con la storia del club: largo ai giovani.  L'allenatore pesca dal vivaio di Bergamo, uno dei più floridi in Italia: è lì che sono cresciuti talenti come Filippo Inzaghi, Vieri, Montolivo, Morfeo. Ed è lì che Gasperini trova gioielli come Kessie, cresciuto a Zingonia, Gagliardini, Conti, Caldara, nomi quasi sconosciuti ma che a fine campionato valgono quasi 100 milioni in plusvalenze. 

Una Dea in paradiso. La grande realtà dell'Atalanta, nuova

Ansa |Gian Piero Gasperini

Nemmeno la preparazione atletica viene allora lasciata al caso: a Zingonia Gasperini chiama Jens Bangsbo, uno dei più quotati preparatori atletici che conosce dai tempi della Juventus, quando lavorava in un altro settore giovanile: quello dei bianconeri.

Alla Dea Gasperini riesce a dare, oltre al bel gioco, anche resistenza e fisicità. Tanto che sono 23 i punti conquistati dai bergamaschi in situazioni di svantaggio. I nerazzurri, con 71 gol all'attivo, sono in cima all'attacco della massima serie, seguiti a ruota dalla Juventus staccata di due reti.

Acquisti mirati e plusvalenze

Con un prezzo di acquisto iniziale della rosa di 75.54 milioni di euro, i ragazzi della scalata dell'Atlanta in Serie A valgono ora 193,95 milioni di euro. Merito delle prestazioni in campionato di talenti come, tra gli altri, Gianluca Mancini. Il difensore ha fatto sei gol e il suo valore di mercato si aggira ora sui 15 milioni di euro rispetto al milione speso per portarlo via al Perugia. C'è poi Freuler, preso dal Lucerna per 800 mila euro, dalla cui vendita l'Atalanta guadagnerebbe ad oggi 16 milioni.

Sono stati invece 200 mila i soldi spesi per ottenere il terzino destro Hateboer dal Groeningen. Ora vale 10 milioni di euro. Acquisti e cessioni mirati che hanno permesso ai nerazzurri di segnare negli ultimi cinque esercizi un bilancio quattro volte in positivo, sopra di loro solo il Genoa che ha chiuso per cinque volte consecutive in attivo. Il bilancio dei bergamaschi segna un più 60.16. Fa meglio solo il Genoa con 120 milioni.

L'azzardo (riuscito) di Zapata

A coronare una vivaio da 193 milioni di euro c'è il colombiano Zapata, uno da 22 gol in campionato, a due lunghezze dal record di Pippo Inzaghi che nel 1997 era riuscito ad aggiudicarsi la classifica di capocannoniere delle Serie A.

Una Dea in paradiso. La grande realtà dell'Atalanta, nuova

Ansa |Duvan Zapata durante una partita con l'Empoli, 15 aprile 2019

Con 24 milioni il centravanti arrivato in prestito dalla Sampdoria è stato il trasferimento più costoso della storia della Dea. Un azzardo (riuscito) quello della dirigenza nerazzurra che ha creduto nelle potenzialità di un giocatore di peso.

Il colombiano è ora alla testa della classifica marcatori della Serie A. Con la rete contro la Lazio il talento sud americano ha segnato il 15esimo gol fuori casa, un bottino che in Europa è stato portato a casa solo da Messi. 

Il ricordo di Mino Favini

Forse non avremmo mai parlato del successo dell'Atalanta se non fosse stato per Mino Favini, un uomo che al progetto di Zingonia ha dedicato 25 anni della sua vita. Il mago di Meda è scomparso il 23 aprile scorso, poche settimane prima della fine di un campionato che potrebbe vedere l'Atalanta in Champions. 

Una Dea in paradiso. La grande realtà dell'Atalanta, nuova

Era stato l'allora presidente nerazzurro Antonio Percassi a chiamarlo negli anni ottanta a Zingonia per affidargli la cura e la crescita dei talenti bergamaschi. Una visione del calcio e dei giovani talenti che Favini vedeva prima di tutto come piccoli uomini a cui andava insegnata l'educazione e il rispetto, prima del bel gioco: «Che cosa guardo in un ragazzo? La tecnica, poi spirito di sacrificio e fisico. Ma su tutto pretendo l’educazione, detesto i maleducati», aveva detto in un'intervista. Lui che al calcio italiano aveva consegnato tanti talenti e che avrebbe voluto non fermarsi mai. 

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