ArcelorMittal: stop alla produzione a Cracovia dal 23 novembre

«Dal momento che la situazione del mercato dell’acciaio continua a deteriorarsi e le previsioni restano cupe – spiega l’ad del ramo polacco dell’azienda Geert Verbeeck – purtroppo non abbiamo altra scelta»

Nella stessa giornata in cui ArcelorMittal ha depositato l’atto di citazione per il recesso del contratto di affitto, preliminare all’acquisto, dell’ex Ilva, l’azienda franco-indiana ha deciso di procedere con il blocco della produzione a Cracovia.


L’azienda l’ha annunciato sul suo sito polacco, ricordando che si tratta di una decisione presa a maggio scorso e che sarebbe dovuta partire a settembre, ma che era stata rinviata. ArcelorMittal Polonia, si legge nella nota, «è costretta a interrompere temporaneamente le operazioni primarie a Cracovia il 23 novembre». Si ripartirà, prosegue la nota, «quando le condizioni del mercato miglioreranno» a sufficienza.


In precedenza – si legge ancora nella nota – la decisione originaria di interrompere le operazioni, come detto, da settembre, prendendo misure eccezionali «per adeguare la capacità dei tre altiforni, uno a Cracovia e due a Dabrowa Gornicza, ai livelli più bassi della domanda».

Tra agosto 2010 e marzo 2011 le operazioni furono fermate e «successivamente ripartirono una volta che il mercato migliorò». «Le nostre tre fornaci – spiega l’a.d. di ArcelorMittal Polonia Geert Verbeeck – stanno al momento lavorando al loro minimo tecnico, quindi non possiamo ridurre ulteriormente i volumi di produzione. Dal momento che la situazione del mercato dell’acciaio continua a deteriorarsi e le previsioni restano cupe, purtroppo non abbiamo altra scelta».

Stando ai dati dell’azienda, infatti, «il settore dell’acciaio globalmente sta registrando una enorme sovrapproduzione, eccedente i 400 milioni di tonnellate. Secondo Eurofer, la domanda di acciaio in Europa è attesa in calo del 3,1% nel 2019, contro le previsioni precedenti di una flessione dello 0,4%. Tutto ciò a causa dell’incertezza, delle tensioni sui dazi e di questioni geopolitiche che pesano sugli investimenti e sul commercio».

ArcelorMittal cita in particolare le difficoltà dell’industria dell’auto. Quanto alla forza lavoro, spiega l’azienda, «abbiamo individuato soluzioni per tutti i dipendenti coinvolti in questa decisione».

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