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Banca popolare di Bari commissariata da Bankitalia per perdite, sciolti gli organi sociali

13 Dicembre 2019 - 21:27 Redazione
Per salvarsi, la più grande banca del Sud deve procedere a un rafforzamento patrimoniale di circa 1 miliardo per far fronte ai crediti deteriorati

La Banca Popolare di Bari è stata commissariata e dunque sottoposta alla procedura di amministrazione straordinaria. La Banca d’Italia ha disposto lo scioglimento degli organi con funzioni di amministrazione e controllo. Alla base della decisione, le consistenti perdite patrimoniali, come si legge sul sito della banca pugliese. Nel pomeriggio il Cda dell’istituto di credito era stato convocato dalla Vigilanza di via Nazionale.

Per salvarsi, la più grande banca del Sud deve procedere a un rafforzamento patrimoniale di circa 1 miliardo per far fronte ai crediti deteriorati. Pop Bari ha comunque tentato di rassicurare i suoi clienti: «La banca prosegue regolarmente la propria attività. La clientela può pertanto continuare ad operare presso gli sportelli con la consueta fiducia».

Con lo stesso provvedimento sono stati nominati Enrico Ajello e Antonio Blandini quali Commissari straordinari, mentre Livia Casale, Francesco Fioretto e Andrea Grosso sono stati nominati componenti del Comitato di sorveglianza.

A loro – si legge nel comunicato – è «affidato il presidio della situazione aziendale, la predisposizione delle attività necessarie alla ricapitalizzazione della banca nonché la finalizzazione delle negoziazioni con i soggetti che hanno già manifestato interesse all’intervento di rilancio della banca».

Serve dunque un aumento di capitale fra 800 milioni e 1 miliardo dopo un piano di ristrutturazione che prevede tra le altre cose circa 800 esuberi, ha detto qualche giorno fa l’amministratore delegato dell’istituto pugliese, Vincenzo De Bustis, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera.

Secondo il manager, la Pop di Bari ha crediti deteriorati per il 25-26% del portafoglio. La banca ha perso un miliardo di euro e lo si può attribuire, ha sottolineato, «per una parte alla recessione ma un’altra a una gestione creditizia al di fuori delle regole, negli ultimi tre o quattro anni». I 69.000 azionisti di Popolare di Bari rischiano di perdere i loro investimenti nel salvataggio.

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