La Spagna ha deciso (finalmente) di vietare la caccia al lupo

L’animale nel Paese iberico si è quasi estinto a causa degli abbattimenti programmati tra il 1950 e il 1970

La Spagna ha deciso (finalmente) di vietare la caccia al lupo. Era uno dei pochi Paesi europei a non averlo ancora fatto, ma adesso ha fatto un passo fondamentale per arrivare a inserire questo animale nella lista delle specie protette sul suo territorio. Si tratta di una mossa storica che fa esultare gli ambientalisti, ma che ha suscitato allo stesso tempo l’ira delle comunità rurali nel Nord-Ovest del Paese, dove il lupo è più diffuso.


La svolta è stata dettata dalla decisione della commissione statale per la conservazione del patrimonio naturale, in cui siedono i direttori generali delle comunità autonome di Spagna, che ha approvato, pur con margine strettissimo, la proposta degli esperti e del governo. Cantabria, Asturie, Castiglia e Galizia, tutte regioni con popolazioni di lupi a Nord del fiume Duero, hanno votato contro la proposta. Le restanti regioni del Paese hanno votato a favore dello status di specie protetta. La decisione verrà ora sottoposta alla ministra della Transizione ecologica, Teresa Ribera, che ha dichiarato: «Nei prossimi giorni aggiungeremo il lupo alla lista delle specie protette».


Ogni anno in Spagna si abbattono tra i 500 e i 650 esemplari

Il lupo in Spagna si è quasi estinto a causa della caccia programmata tra il 1950 al 1970. Finora si poteva ancora cacciare a Nord del fiume Duero, dove vive la maggior parte dei 2.500 animali sopravvissuti. Ogni anno in Spagna si abbattono tra i 500 e i 650 esemplari di lupo. La caccia, consentita previa autorizzazione, è un business che consente a molte società di offrire pacchetti dal costo di circa 3.500 euro, che permettono di uccidere esemplari maschi e femmina adulti. La caccia avviene aspettando l’animale per tutta la notte, accompagnati da una guida. I cacciatori passano la notte sul campo, in attesa. Prima di uccidere l’animale, devono pagare 2.000 euro e per poter ottenere il trofeo devono versare la somma restante.

Secondo Ignacio Valle, presidente della Federazione reale della caccia, non si tratterebbe di una questione di soldi. E vietare la caccia al lupo non terrebbe in considerazione «il punto di vista del mondo contadino», con i suoi usi, la sua cultura e anche il suo equilibrio. Sul fronte opposto gli ambientalisti: Juan Carlos del Olmo, capo del Wwf spagnolo, ha espresso l’auspicio che «sia un primo passo verso un approccio che concili l’attività umana con la conservazione delle specie animali». Mentre Marco Lambertini, direttore generale del Wwf internazionale, ha commentato: «Questa è una fantastica notizia. Complimenti al governo spagnolo per aver dato la priorità alla coesistenza piuttosto che alla persecuzione. Gli allevatori hanno comunque diritto a un risarcimento danni, quando questi sono verificabili. Predatori come il lupo, in cima alla piramide alimentare, sono fondamentali per la salute delle popolazioni e degli interi ecosistemi».

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