Lione, il sindaco elimina la carne dai pasti scolastici. Insorgono due ministri: «Elitario e moralista»

Il primo cittadino ha detto che si tratta di una scelta pragmatica. In sua difesa si è schierata anche la ministra per la transizione ecologica secondo cui i suoi colleghi hanno «una visione arretrata»

Il sindaco di Lione Grégory Doucet ha dei nuovi ed illustri antagonisti: i ministri dell’agricoltura e dell’interno nel governo di Emmanuel Macron i quali non hanno gradito la scelta del primo cittadino della capitale gastronomica del Paese di eliminare la carne nelle mense scolastiche. Per il ministro dell’Interno Gérald Darmanin la decisione è nientemeno che «un insulto inaccettabile nei confronti degli agricoltori e salumieri francesi» espressione di un atteggiamento «elitario e moralista» da parte di Doucet. Per Julien Denormandie, il ministro dell’agricoltura, oltre ad essere una scelta «aberrante dal punto di vista nutrizionale» è addirittura «vergognoso dal punto di vista sociale».


La decisione del sindaco

Il clima si è talmente surriscaldato che anche la ministra francese per la transizione ecologica Barbara Pompili si è sentita in dovere di intervenire in difesa del sindaco di Lione, esponente del partito dei Verdi nel quale anche Pompili aveva militato prima di passare al gruppo del presidente Macron nel 2017. «Hanno una visione troppo arretrata», il suo giudizio. Il sindaco dalla sua parte ha sempre mantenuto che la scelta era ed è tuttora di natura pragmatica, visto che in tempi di Covid è più semplice fornire un menu anziché due. Secondo il sindaco infatti la decisione di eliminare la carne nasce dal fatto che un numero significativo di studenti già non la consumava.


La protesta degli agricoltori

Nessuna matrice ideologica, dunque, nessun tentativo di indurre subdolamente la popolazione verso una dieta vegetariana. Eppure lo scontro che si è aperto tra Parigi e Lione è una dimostrazione non soltanto delle tensioni politiche tra i Verdi – che oltre a Lione governano anche a Bordeaux e a Grenoble – e i partiti che solitamente sono portatori degli interessi del settore agricolo. Ma anche le associazioni dei genitori non sono contente: alcuni si sono uniti a politici conservatori e lobby di agricoltori per cercare di forzare la mano al sindaco, ma senza successo. La settimana scorsa, infatti, un tribunale amministrativo ha respinto la loro richiesta.

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