Le fiamme non sono ancora state domate. Per tentare di contenere i danni si ipotizza l'intervento dei canadair
Ancora incendi alle pendici del Vesuvio. A Torre del Greco, in provincia di Napoli, le fiamme hanno dapprima avvolto alcune sterpaglie. Successivamente, complice anche il vento, l’incendio si è allargato coinvolgendo ampie zone della vegetazione. Le fiamme hanno circondato anche alcune abitazioni, che sono state evacuate grazie all’intervento dei Vigili del fuoco. L’incendio, però, non è ancora stato estinto e, complice il vento, si sta ulteriormente allargando, malgrado il pronto intervento dei pompieri, del comparto forestale dei Carabinieri, della Protezione civile e della municipale. Per tentare di contenere i danni e riuscire a domare le fiamme si ipotizza l’intervento dei canadair. Nei giorni scorsi roghi di vaste dimensioni si erano sviluppati sul Monte Somma ed anche a valle del comune di Somma Vesuviana.
Sedici giorni di gare. Sedici giorni in cui l’Italia ha battuto record su record. Mai cosi tante medaglie in una sola Olimpiade, 40 in totale, almeno una al giorno. Poi c’è stato quel primo agosto indimenticabile per l’atletica azzurra. E poi, ancora, il trionfo della 4×100, con la rivincita di Filippo Tortu e la storia – bellissima – di Fausto Desalu e di sua madre Veronica. Ma in queste due settimane di Giochi olimpici sono tante le storie – non solo targate Italia – che hanno accompagnato gli stadi, le arene e le piscine di Tokyo svuotate, silenziose, senza pubblico. Storie, piccole e grandi, che rendono l’evento a cinque cerchi che si presenta ogni quattro anni tra i più belli che lo sport può regalare. Per celebrare questa Olimpiade atipica, posticipata di un anno a causa della pandemia, abbiamo scelto cinque storie da non dimenticare.
Le giovanissime dello skateboard e la veterana della ginnastica
I Giochi hanno visto la partecipazione di atleti giovanissimi, e di altri a fine carriera. Sul podio dello skateboard femminile sono salite in ordine, la tredicenne Nishiya, la coetanea Leal, e la sedicenne Nakayama. Un trio giovanissimo, 42 anni in totale. Quasi quanti quelli della ginnasta uzbeka Oksana Chusovitina che a 46 anni ha partecipato alla sua ottava e ultima olimpiade.
«Ho fatto coming out nel 2013 e quando ero più giovane mi sono sempre sentito quello solo, diverso e non adatto». Tom Daley, 27 anni, dopo la vittoria dell’oro ha fatto un discorso appassionato rivolgendosi alla comunità Lgbtq+. Lui, che da piccolo ha raccontato di essere stato bullizzato, emarginato, messo da parte, con il suo oro olimpico si è finalmente preso la sua rivincita verso chi non credeva in lui. Daley, arrivato a Tokyo con già due bronzi, ha portato a casa anche l’oro nel sincro 10m, e un altro bronzo individuale.
Si era qualificato per la finale dei 400 stile libero con l’ultimo tempo disponibile. Per questo, gli era stata assegnata la corsia 8, quella di chi difficilmente può andare a medaglia. Ma da outsider del nuoto, entrato in finale quasi per miracolo, il tunisino Hafnaoui ha compiuto qualcosa di straordinario arrivando davanti a tutti i super favoriti, l’australiano McLoughlin, lo statunitense Smith.
Il bronzo di Naifonov: il lottatore sopravvissuto alla strage di Beslan
Quella che vede protagonista Artur Naifonov è forse una delle storie più straordinarie di questi Giochi olimpici. Il lottatore russo, vincitore del bronzo nella categoria 86kg, aveva sette anni quando nel 2004 un commando di terroristi fece irruzione nella scuola di Beslan, in Ossezia del Nord. Naifonov rimase in ostaggio per tre giorni insieme a 1200 persone, di cui 700 bambini. Quando le forze speciali russe fecero irruzione, causarono una strage di 300 vittime, tra cui 186 bambini. In quel massacro Naifonov perse la madre.
«Can we have two golds?»
«Possiamo avere due ori?». Uno dei momenti più iconici, più belli, di questi Giochi – e non solo perché c’entrano i colori azzurri – è quello che ha visto l’atleta del Qatar Mutaz Barshim, e il nostro Gianmarco Tamberi, decidere di condividere l’oro nel salto in alto. Alla fine di una gara perfetta, in cui entrambi hanno saltato senza errori fino a 2.37, i due atleti, e amici, hanno deciso di non privare l’altro di un sogno atteso da tutta una vita. «Facciamo la storia, amico mio».