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Scuolabus, mensa e asilo nido solo per gli europei: è bufera sul sindaco abruzzese

24 Settembre 2022 - 07:57 Michela Morsa
«Nessuna discriminazione per il colore della pelle», si difende il primo cittadino Fabio Altitonante. L'Asgi ha già presentato ricorso

A Montorio al Vomano, comune di poco più di 7 mila abitanti nella provincia abruzzese di Teramo, è valanga di polemiche per l’ultima delibera del sindaco Fabio Altitonante, storico consigliere di Forza Italia in regione Lombardia, dal 2020 alla guida del comune natio. «A Montorio al Vomano, dopo la mensa e l’asilo nido, anche il trasporto scolastico è gratuito per i figli delle famiglie residenti, in regola con il pagamento dei tributi comunali, in cui almeno uno dei genitori abbia la cittadinanza italiana o di un Paese dell’Unione europea», si legge nel comunicato diffuso dall’amministrazione comunale di centrodestra. Al posto del reddito, il requisito per la gratuità diventa la nazionalità.

La nazionalità

«Una vergogna illegittima e illegale», ha commentato a La Stampa l’avvocato Alberto Guariso dell’Asgi, l’associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione. «Una discriminazione nei confronti dei bambini sulla base della nazionalità dei genitori, che non può avere alcuna ragione d’essere, se non ideologica» ha sottolineato il legale che, insieme ai colleghi dell’Arci, ha già presentato un ricorso alla sezione civile del tribunale di Pescara. Il processo si aprirà il 2 dicembre. La delibera, si legge nel ricorso, è contraria sia alla convenzione Onu sui diritti del fanciullo sia al testo unico sull’immigrazione, «che impongono per tutti i minori l’accesso alla scuola dell’obbligo e ai servizi a parità di condizione dei cittadini italiani». Intanto, il dissenso di una parte della cittadinanza è culminato in una piccola manifestazione e nell’affissione di uno striscione sul palazzo del Comune: «Sui bambini, le discriminazioni sono anche più ripugnanti, Altitonante lurido razzista!». Il sindaco si è difeso accusando il centrosinistra di strumentalizzazione: «Mai discriminato qualcuno per il colore della pelle. Avevamo già adottato il requisito lo scorso anno per le mense, la questione ora è stata strumentalizzata dal centrosinistra perché siamo in campagna elettorale. Ci siamo semplicemente adeguati ai criteri nazionali usati dalla carta giovani e, fino a qualche mese fa, dalla carta famiglia», ha detto.

L’illegittimità

Peccato che le carte siano state dichiarate illegittime dalla Corte di giustizia dell’Unione europea il 28 ottobre 2021, sempre su ricorso dell’Asgi. Anche nei casi precedenti, episodi simili si sono visti a Brescia come a Lodi, si finì in tribunale. Nel 2018, quando la sindaca leghista di Lodi escluse i bambini figli di stranieri dalla mensa scolastica, il Comune perse in ogni grado di giudizio.

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