Trento, dottorando scopre poesia inedita di Pico della Mirandola. «Nei sei versi il ritratto irrequieto di un grande spirito»

Uno dei più grandi pensatori del Quattrocento, il filosofo diede alle fiamme la propria produzione poetica sulle orme di quanto fece Platone

Quando Pico della Mirandola scelse di bruciare in un grande rogo tutta la sua produzione letteraria, solo 19 poesie riuscirono a salvarsi. Questo è quello che studiosi e letterati credevano fino a oggi, prima che un dottorando dell’Università di Trento, intento nelle sue ricerche, si imbattesse in 6 versi inediti riconducibili proprio al filosofo fiorentino. A riportare la notizia è Il Piccolo, precisando che la rivelazione scientifica della ricerca sarà pubblicata nel prossimo numero della rivista di settore Archivum mentis. Durante le sue ricerche sul Fondo Ridolfi di Firenze, Michele Casaccia si è trovato di fronte alla poesia inedita datata dopo il 1846. «Ne esce fuori un ritratto di Pico pieno di «irrequietezze e ripensamenti», spiega Casaccia, gli stessi «che sempre muovono gli spiriti magni». Lo studioso ricorda che il poeta, «uno dei più grandi pensatori del Quattrocento, diede alle fiamme la propria produzione poetica latina così come Platone aveva detto di aver fatto con i suoi». Dopo le 19 poesie rinvenute, ora da quell’incendio arriva una ventesima straordinaria scoperta. «Probabilmente è stata dedicata al poeta Angelo Poliziano», spiega Casaccia, «al quale il filosofo sottoponeva i suoi scritti per averne un giudizio». La poesia sarebbe stata scritta da un copista in un antico libro a stampa.


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