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Cremona, la storia del film horror proiettato in una scuola media che ha causato nausee e malesseri tra gli studenti

07 Dicembre 2022 - 08:54 Redazione
La pellicola, "Terrifier" (2016), era vietata a un pubblico under-18

Scegliere di vedere un film horror in «un’ora di buco» non sembra essere stata una buona idea per gli alunni di una scuola media di Cremona. La classe terza che ha proposto al supplente il film «Terrifier» deve infatti aver sopravvalutato la propria tolleranza alle scene cruente contenute nella pellicola: durante la proiezione diversi alunni avrebbero accusato «malori», come riporta oggi il Corriere della Sera. L’opera del 2016 realizzata dal regista Damien Leone è vietata ai minori di 18 anni. Non a caso, considerati gli occhi cavati, i corpi squartati e fiumi di sangue che si vedono negli 86 minuti dello slasher movie (il genere cinematografico in cui il protagonista è un maniaco omicida, in questo caso il pagliaccio Art The Clown ndr). E che sembrano aver turbato notevolmente gli spettatori tredicenni, alcuni dei quali sono rincasati ancora in stato di shock. Scatenando l’ira dei genitori. I più scandalizzati hanno infatti scritto una lettera al dirigente scolastico per lamentare l’eccesso di leggerezza che avrebbe esposto i loro figli a quelle scene inappropriate.

La polemica

Nessun commento da parte del preside, che tuttavia ha assicurato che l’amministrazione scolastica ha agito nelle modalità previste. Avrebbe inoltre risolto la questione, mettendo a confronto il docente in questione con studenti e genitori. Un compromesso che non avrebbe spento del tutto la rabbia e lo sgomento. A scagliarsi contro l’istituto è anche Giovanni Schintu, gestore del cinema-teatro Filo. «Lascia davvero senza parole — ha commentato al Corriere — la superficialità con la quale il docente ha acconsentito alla visione del film senza nemmeno informarsi sulla tipologia. Lasciando poi agli studenti stessi la scelta ultima di cosa vedere. E questo lascia intendere come il cinema purtroppo e troppo spesso, sia ritenuto da molti un banale momento di intrattenimento». Non è la prima volta che l’impatto di un film sui più giovani viene infatti sottovalutato. Il Corriere richiama un episodio dello scorso febbraio. In una scuola elementare di Gessate sei genitori di bimbi di quinta si erano presentati a ritirare i figli durante la proiezione de La vita è bella di Benigni, causa di malessere e «pianti a dirotto» nei giovani spettatori.

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