A Cervinia arriva «The Stone», il nuovo edificio che fa scoppiare la protesta: «No all’ecomostro»

I residenti hanno scritto una lettera al sindaco con la richiesta di fermare il progetto. Ecco i motivi

The stone. Così si chiama il nuovo edificio a nove piani che stanno progettando a Cervinia, frazione del Comune di Valtournenche, in Valle d’Aosta e che sta provocando diverse proteste. Si tratta di un Paese di 700 abitanti ed è noto per essere tra le stazioni turistiche più rinomate. Contro il progetto è stata scritta una lettera, che raccoglie al momento 110 firme, con destinatario il sindaco Jean-Antoine Maquignaz. Ideato dalla Peluffo & Partner, l’edificio in questione viene bollato come «ecomostro» e «colosso incombente e opprimente». L’obiettivo della struttura , riferisce La Stampa, è quello di ospitare dai 9 ai 12 appartamenti che vanno dagli 80 ai 160 metri quadrati. Utile, ma per i firmatari della lettera, di cui molti sono residenti nelle vicinanze, è un palazzo troppo alto. Dopo lo scoppio delle prime polemiche di queste settimane, il sindaco aveva convocato una riunione per raccontare gli aspetti positivi del progetto. Dal canto loro, chi ha ideato il progetto definisce l’edifico come «una nuova costruzione residenziale concepita nel dialogo con il Cervino e con la sua straordinaria tradizione dei megaliti in Valle d’Aosta».


Perché l’edificio è un problema

I proprietari degli appartamenti nei dintorni hanno il timore di subire penalizzazioni sia per quanto riguarda la svalutazione economica degli alloggi che per la privazione di sole, luce e aria. L’obiettivo dei firmatari della lettera è riuscire ad arrivare almeno a 200 firme entro domani così da poter inviarla al sindaco per «non autorizzare lo sfregio dell’ecomostro» e non essere ricordato come «il responsabile passivo dell’inizio del processo di “dubaicizzazione” di Cervinia». L’intenzione poi è quella di aprire anche una petizione online più breve, così che anche i turisti che arrivano dall’estero possano firmarla. Contro il progetto si è schierata anche Legambiente, che ci tiene a sottolineare anche le «violazioni ambientali» del caso. «Siamo stupiti dal fatto che il Piano regolatore non preveda limiti di altezza in paese, oltre alle perplessità legate alla mancata previsione di armonizzare le nuove costruzioni dopo gli scempi del passato», chiosa il presidente del circolo della Valle d’Aosta, Denis Buttol.


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